Tel Aviv, 30 novembre 2025 – Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha formalmente presentato una richiesta di grazia al presidente Isaac Herzog, come reso noto dall’Ufficio del capo dello Stato. La notizia, confermata dai principali media israeliani, rappresenta un passaggio cruciale nell’ambito del procedimento giudiziario che vede coinvolto il leader del Likud, sotto processo dal 2020 per accuse di corruzione, frode e abuso di fiducia.
La richiesta di Netanyahu
La domanda di clemenza è stata depositata dall’avvocato di Netanyahu, Hadad, presso il Dipartimento Legale dell’Ufficio presidenziale. Secondo la nota ufficiale, il fascicolo è ora in fase di trasferimento al Dipartimento per la Grazia del Ministero della Giustizia, che raccoglierà i pareri di tutte le autorità competenti. Successivamente, le valutazioni saranno trasmesse al Consulente Legale dell’Ufficio del presidente Herzog, il quale, con il suo team, formulare un ulteriore parere destinato al presidente stesso per la decisione finale.
La richiesta è composta da due documenti: una lettera dettagliata firmata dall’avvocato Hadad e una lettera autografa del premier Netanyahu. Data la rilevanza e le implicazioni straordinarie, l’Ufficio presidenziale ha deciso di rendere pubblici i documenti in lingua ebraica.
Il precedente tentativo di Trump
Netanyahu, che attualmente ricopre il ruolo di primo ministro di Israele per la sua quarta volta consecutiva, si trova sotto processo da oltre cinque anni. Parallelamente, il presidente americano Donald Trump aveva già sollecitato Herzog a concedere la grazia, definendo il processo un “caso politico ingiustificato” e lodando Netanyahu per il suo ruolo nel guidare Israele verso un periodo di pace. Tuttavia, Herzog aveva ribadito con fermezza che per accedere alla grazia è necessaria una richiesta formale da parte dell’interessato o di un suo familiare stretto, rispettando le procedure vigenti.
Herzog: “Valuterò la richiesta con senso di responsabilità”
Herzog ha fatto sapere che prenderà in esame la richiesta di grazia presentata dal premier Netanyahu, assicurando che lo farà “con responsabilità e sincerità” e solo dopo aver ottenuto tutti i pareri necessari. L’ufficio presidenziale ha sottolineato come si tratti di un’istanza “eccezionale e dalle conseguenze rilevanti”, evidenziando la delicatezza del procedimento e la necessità di una valutazione approfondita.
Netanyahu: “Avrei preferito l’assoluzione, ma la realtà impone un’altra via”
Netanyahu ha chiarito in un video pubblicato su X la sua posizione riguardo al procedimento giudiziario che lo riguarda. Pur definendo le accuse a suo carico come “infondate”, ha spiegato che il suo obiettivo personale sarebbe quello di portare il processo fino alla piena assoluzione.
Tuttavia, ha sottolineato come le esigenze di sicurezza e la situazione politica attuale richiedano un approccio diverso: la richiesta di grazia al presidente Isaac Herzog. Netanyahu ha spiegato che il proseguimento del processo rischia di aggravare le tensioni interne e di approfondire le divisioni politiche.
Il premier ha inoltre evidenziato un ostacolo pratico: la richiesta di testimoniare tre volte alla settimana. “Si tratta di un impegno impossibile da sostenere”, ha detto, precisando che questo fattore ha influito in modo determinante sulla sua decisione di chiedere la grazia.
Netanyahu: anche Trump ha chiesto la mia grazia per motivi strategici
Netanyahu ha rivelato che anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva sollecitato il presidente Isaac Herzog a concedergli la grazia. Secondo Netanyahu, Trump aveva chiesto la conclusione immediata del processo per poter promuovere insieme interessi strategici comuni a Israele e Stati Uniti. Il premier ha sottolineato che si tratta di una “finestra temporale che difficilmente si ripresenterà”.






