Roma, 23 ottobre 2025 – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha disposto un immediato blocco sui progetti di legge relativi all’annessione parziale o totale della Cisgiordania. La decisione, riportata dal quotidiano israeliano Haaretz, segue la pressione esercitata dagli Stati Uniti dopo il voto preliminare tenutosi ieri alla Knesset, il parlamento israeliano.
Netanyahu e la sospensione dell’annessione in Cisgiordania
Benjamin Netanyahu, leader del partito conservatore Likud e primo ministro di Israele dal dicembre 2022 per l’ennesimo mandato, ha ordinato al governo di sospendere ogni avanzamento legislativo riguardante l’annessione della Cisgiordania, un territorio conteso dal 1967. La Cisgiordania è un’area di poco meno di 6.000 km² abitata da quasi 3 milioni di palestinesi e sottoposta a un complesso regime di controllo misto: circa il 60% del territorio è sotto controllo militare israeliano (Area C), mentre le zone A e B vedono una certa amministrazione palestinese.
Questa sospensione giunge in un contesto di crescente tensione e violenza nell’area. Dopo il cessate il fuoco temporaneo nella Striscia di Gaza a inizio 2025, la Cisgiordania ha subito un’escalation di operazioni militari israeliane, attacchi di coloni e demolizioni che hanno provocato sfollamenti di massa e gravi danni alle infrastrutture palestinesi. Israele ha espropriato ampi terreni agricoli e imposto oltre 800 posti di blocco, limitando fortemente la libertà di movimento e l’accesso ai servizi essenziali per la popolazione locale.
Il contesto storico e politico della Cisgiordania
La Cisgiordania è un territorio caratterizzato da un contenzioso storico e politico complesso. Occupata da Israele nel 1967 durante la Guerra dei Sei Giorni, essa è riconosciuta a livello internazionale come territorio occupato palestinese, ma Israele la considera “territori contesi”. Gli accordi di Oslo del 1993 avevano stabilito una suddivisione amministrativa del territorio tra l’Autorità Nazionale Palestinese e Israele, ma la continua espansione degli insediamenti israeliani e le restrizioni imposte hanno reso difficile ogni progresso verso una soluzione pacifica.
La recente decisione di Netanyahu di congelare i progetti di annessione arriva in un momento di forte pressione internazionale e di instabilità regionale, con gli Stati Uniti che hanno chiesto cautela e negoziazioni più attente.
Per approfondire: Vance: “Con Trump la Cisgiordania non sarà annessa da Israele”






