Berlino, 10 novembre 2025 – I meme abbondano: “tenetevela”, “buffona”, o “prima o poi Ice deporterà anche lei”, ma Naomi Seibt, l’attivista tedesca di estrema destra conosciuta come “l’anti-Greta”, non scherza affatto. Divenuta celebre durante la pandemia per le sue campagne negazioniste e poi rilanciata nel 2024 grazie all’attenzione di Elon Musk durante la campagna elettorale tedesca, la venticinquenne di Muenster, nota per le sue posizioni suprematiste, ha trovato un nuovo modo per finire sotto i riflettori.
Naomi Seibt e la richiesta di asilo negli USA
Dopo che i suoi recenti attacchi contro i corrispondenti a Washington dei principali media tedeschi – colpevoli, secondo lei, di aver definito l’attivista americano Charlie Kirk un estremista di destra – erano passati quasi inosservati, Naomi Seibt ha deciso di compiere un gesto eclatante: ha chiesto asilo politico negli Stati Uniti di Donald Trump, sostenendo di “non sentirsi più al sicuro in Germania”.
L’attivista afferma di essere vittima di minacce di morte e di essere spiata dagli apparati statali tedeschi. Parla di un presunto “deep state nazista” che l’avrebbe presa di mira, presentandosi come la prima rifugiata politica europea nell’America di Trump – proprio mentre, paradossalmente, migliaia di cittadini statunitensi subiscono violenze per le strade di Chicago o Portland solo a causa del colore della pelle.
Da alcuni mesi Seibt vive a Washington, dove gode del sostegno della deputata repubblicana della Florida Anna Paulina Luna, esponente del movimento Maga. Quest’ultima avrebbe persino coinvolto il segretario di Stato Mark Rubio per aiutarla nella procedura di richiesta d’asilo. La Seibt, nota per le sue dichiarazioni antisemite e razziste, ha potuto diffondere per anni le proprie idee in Germania senza restrizioni, ma ora si presenta come vittima di persecuzioni politiche.

L’Afd sempre più legato a Trump
Nel frattempo, l’Afd – il partito di cui Naomi Seibt si è fatta portavoce presso il pubblico americano – continua a rafforzare i rapporti con i repubblicani trumpiani. Di recente, Alex Bruesewitz, consigliere di Trump e stratega dei social media, è intervenuto a Berlino in un evento dell’ultradestra, affermando che Afd e Maga sono “uniti nella lotta contro marxisti e globalisti” e che combattono “per l’anima delle nostre nazioni”.
Delegazioni dell’Afd viaggiano ormai regolarmente negli USA per consolidare i legami con il fronte trumpiano, spesso guidate dalla vicecapogruppo Beatrix von Storch. Secondo diversi media tedeschi, tali viaggi servirebbero anche a garantirsi un sostegno politico americano qualora la Corte costituzionale di Karlsruhe decidesse di mettere al bando il partito.
Già etichettata dai servizi segreti interni come forza “conclamata” di estrema destra e incostituzionale, l’Afd è ora nel mirino anche del presidente Frank-Walter Steinmeier, che ha invocato un divieto del partito “prima che sia troppo tardi”.






