Bruxelles, 15 ottobre 2025 – La missione EUBAM a Rafah resta in stand-by e sarà attivata non appena le condizioni sul campo lo permetteranno, così ha confermato il portavoce della Commissione europea per gli affari esteri, Anouar El Anouni, nel consueto briefing con la stampa. L’Unione Europea si è detta pronta a dispiegare nuovamente il contingente al valico di Rafah, punto cruciale di passaggio tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, per sostenere il piano di pace e facilitare il transito delle persone e degli aiuti umanitari.
La missione EUBAM: un progetto di lunga data
La missione civile EUBAM (European Union Border Assistance Mission) al valico di Rafah fu istituita nel 2005 dopo il ritiro israeliano da Gaza, con l’obiettivo di monitorare il confine tra Gaza e l’Egitto e garantire un passaggio sicuro e regolamentato; fu poi sospesa nel 2007 a seguito del controllo di Hamas sulla Striscia di Gaza. Dopo anni di attesa, nel gennaio 2025 l’Ue ha annunciato il dispiegamento imminente di una nuova missione, possibile grazie a un fragile cessate il fuoco e al consenso di Israele, dell’Autorità Palestinese e dell’Egitto.
Il contingente, che coinvolge personale italiano, francese e spagnolo, sarà composto da circa venti unità che opereranno sul valico dalle 9 alle 17, garantendo il passaggio prioritario a feriti e loro accompagnatori, con un obiettivo stimato di circa 300 transiti giornalieri. Il monitoraggio europeo sarà fondamentale per facilitare la consegna di aiuti umanitari essenziali, compresi cibo, medicine e carburante, e per assicurare la sicurezza e la trasparenza nei controlli.
Il contesto attuale e le sfide sul terreno
Nonostante l’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore a gennaio 2025, la situazione a Gaza rimane fragile. La missione EUBAM sarà dispiegata solo quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno, in un quadro internazionale che auspica il rilascio di ostaggi e un flusso continuativo di aiuti umanitari su larga scala. L’Unione Europea ha ribadito l’importanza di un cessate il fuoco duraturo e il pieno rispetto degli accordi da tutte le parti coinvolte.
Il valico di Rafah rappresenta l’unico punto di accesso tra Gaza ed Egitto e la sua riapertura, con la presenza di osservatori europei, è considerata cruciale per alleviare la crisi umanitaria nella Striscia, dove risiedono oltre 1,7 milioni di persone, molte delle quali sfollate e bisognose di assistenza medica.
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha sottolineato il valore simbolico e pratico della missione, definendola “un passo avanti verso una nuova stagione di stabilità in Palestina” e un chiaro segnale di presenza europea in una regione strategica e complessa. Le operazioni inizieranno presumibilmente nei primi giorni di febbraio 2026, con un mandato iniziale fino al 30 giugno 2026, in attesa di eventuali sviluppi che possano estendere o modificare il ruolo dell’Ue nella regione.






