Hebron, 1 agosto 2025 – Un violento attacco è stato compiuto ieri sera nel villaggio di Susiya, a sud di Hebron in Cisgiordania, da parte di coloni israeliani armati provenienti dal vicino avamposto illegale di Susia. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa palestinese Wafa, gli assalitori hanno incendiato un veicolo appartenente ad attivisti stranieri, oltre a diverse cisterne d’acqua, e hanno preso di mira alcune abitazioni, tra cui una che ospitava un gruppo di volontari internazionali.
L’attacco nel villaggio di Susiya
L’attivista locale Osama Makhamera ha dichiarato che i coloni hanno spruzzato un gas non identificato all’interno di una casa dove si trovavano membri della famiglia Shareiteh e diversi attivisti stranieri. Inoltre, sono state lanciate molotov e pietre contro un’altra abitazione, ma gli abitanti sono riusciti a spegnere l’incendio prima che si propagasse, senza riportare feriti. Questo episodio si aggiunge a una lunga serie di tensioni e violenze nella zona, dove le comunità palestinesi vivono sotto costante pressione da parte degli insediamenti israeliani e delle forze di occupazione.
La situazione a Susiya e la lotta degli attivisti
Il villaggio di Susiya è da decenni un simbolo della resistenza palestinese contro le politiche di esproprio e trasferimento forzato da parte di Israele. Nel 1986, infatti, le autorità israeliane dichiararono l’area come sito archeologico, giustificando la prima espulsione degli abitanti palestinesi, che da allora hanno subito numerosi tentativi di demolizione e sgombero. La comunità palestinese, composta da circa 250 persone, ha resistito ricostruendo abitazioni precarie e vivendo in condizioni di grande precarietà.
Parallelamente, gruppi di attivisti come il collettivo Youth of Sumud di At-Tuwani, vicino a Hebron, continuano la loro lotta nonviolenta contro l’occupazione. Tra questi, il giovane attivista Sami Huraini è stato recentemente arrestato senza prove dalle forze israeliane dopo una manifestazione pacifica. Organizzazioni internazionali e associazioni italiane come Assopace Palestina e Un ponte per sono impegnate nel sostegno alla popolazione locale, anche attraverso la presenza di volontari internazionali per monitorare e denunciare le violenze.
L’attuale escalation di violenze, come l’attacco di ieri a Susiya, mette in evidenza l’urgenza di una maggiore protezione per i civili palestinesi nella regione, che subiscono da anni intimidazioni e attacchi da parte dei coloni e delle autorità militari israeliane.






