Nuova crisi nell’area sud del Libano: secondo alcune fonti Israele ha intensificato gli attacchi causando almeno 4 vittime
L’escalation militare tra Israele e Libano si intensifica ulteriormente nelle ultime ore. Secondo quanto riportato dall’agenzia governativa libanese NNA, gli attacchi aerei israeliani hanno provocato almeno quattro vittime nel sud del Libano, mentre una serie di raid e sorvoli continuano a colpire diverse aree del paese.
Raid israeliani e vittime a Tripoli e nel sud del Libano
L’attacco più recente ha riguardato la città settentrionale di Tripoli, secondo porto del Libano sul Mediterraneo, segnando il primo raid israeliano nel nord del paese dall’entrata in vigore del cessate il fuoco dello scorso novembre. Israele ha dichiarato di aver colpito un rappresentante di Hamas all’ingresso del campo profughi palestinese di Beddawi, nella periferia nord di Tripoli. Nel bombardamento sono state uccise altre due persone, portando a quattro il numero complessivo delle vittime.
Parallelamente, un responsabile di Hezbollah è stato ucciso nel distretto meridionale di Sidone, come rivendicato da Israele. Poco dopo, un raid aereo ha distrutto alcune abitazioni a Kfar Kila, lungo la linea di demarcazione tra Israele e Libano, alimentando ulteriormente la tensione nella regione.
Cresce la tensione internazionale e nuovi attacchi
L’escalation ha attirato condanne e prese di posizione a livello internazionale. La Cina, tramite il ministro degli Esteri Wang Yi, ha espresso sostegno al Libano e ha condannato gli attacchi “indiscriminati contro i civili”. Nel frattempo, Israele ha annunciato di aver colpito circa 1.600 obiettivi di Hezbollah in Libano, inclusi lanciatori, centri di comando e strutture militari, intensificando così la campagna militare.
Dal canto suo, Hezbollah ha risposto al fuoco lanciando circa 20 razzi verso il nord di Israele, intercettati o caduti in aree aperte secondo le Forze di Difesa israeliane (IDF). Il governo libanese ha aggiornato il bilancio delle vittime a 492 morti, tra cui 35 bambini, mentre le ferite sono oltre 9.000 dall’inizio degli scontri.
In Israele, il gabinetto di sicurezza ha dichiarato una “situazione speciale” per la protezione civile, mantenendo aperta la possibilità di una de-escalation qualora Hezbollah accetti un accordo. Intanto, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha invitato i civili libanesi ad abbandonare le aree di conflitto per evitare di essere usati come scudi umani da Hezbollah.
La situazione rimane dunque altamente volatile, con un coinvolgimento crescente di attori regionali e internazionali, mentre le operazioni militari proseguono su più fronti tra Israele e Libano.






