Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, è tornato a esprimersi con fermezza sulla questione di Gerusalemme, definendola “la causa comune, la memoria e il patrimonio condiviso del mondo islamico di 2 miliardi di persone”. Nel corso di un discorso rivolto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Erdogan ha sottolineato che “non permetteremo a mani indegne di profanarla”, rispondendo alle recenti dichiarazioni di Netanyahu che aveva affermato: “questa è la nostra città, signor Erdogan non è la sua città, questa è la nostra città e sarà sempre la nostra città”.
Il duro confronto verbale tra Erdogan e Netanyahu su Gerusalemme
Le parole di Erdogan rappresentano una dura risposta alle affermazioni di Netanyahu che, durante una visita a Gerusalemme, aveva rivendicato l’appartenenza esclusiva della città a Israele. Il presidente turco ha ribadito che “come musulmani, non faremo un passo indietro rispetto ai nostri diritti a Gerusalemme Est”, evidenziando così la posizione ferma della Turchia sul controllo e la protezione dei luoghi sacri islamici nella città.
Il contesto regionale e le tensioni in Medio Oriente
Questa dichiarazione si inserisce in un contesto di crescente tensione nella regione del Medio Oriente, dove gli scontri tra Israele e i gruppi palestinesi si sono intensificati.
Le posizioni espresse da Erdogan riflettono la crescente tensione diplomatica tra Turchia e Israele, con Gerusalemme che rimane un simbolo centrale di un conflitto radicato e complesso, su cui le due nazioni continuano a scontrarsi duramente.






