Medici Senza Frontiere annuncia la sospensione delle attività sanitarie a Gaza City per l’intensificarsi dell’offensiva israeliana e il rapido peggioramento delle condizioni di sicurezza, tra bombardamenti incessanti e mezzi corazzati avanzati a meno di un chilometro dalle strutture di MSF. “Siamo stati costretti a fermarci perché le nostre cliniche risultano accerchiate dalle forze israeliane. Non avremmo mai voluto arrivare a questo punto, ma a Gaza City i bisogni sono enormi e le persone più vulnerabili, impossibilitate a spostarsi, restano esposte a gravi rischi“, dichiara Jacob Granger, coordinatore delle emergenze.
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Onu, raid Israele ogni otto/nove minuti a Gaza City nelle ultime 24 ore
Israele ha intensificato le operazioni militari a Gaza City, nel nord della Striscia, nelle ultime 24 ore, con attacchi aerei mediamente ogni otto o nove minuti, oltre a bombardamenti, fuoco di elicotteri e colpi contro civili in attesa di aiuti. Lo ha riferito il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, in un briefing con i giornalisti, riportando informazioni del personale umanitario. Nella sola giornata di ieri, circa 16.500 persone hanno lasciato Gaza City, seguendo ordini di evacuazione in vigore da settimane, “intraprendendo viaggi verso mete incerte, viste le aree ridotte e risorse scarse per i civili“, ha dichiarato Dujarric. “Tuttavia, centinaia di migliaia restano a Gaza City in condizioni di grave insicurezza. Dipendono fortemente dall’assistenza umanitaria, mentre sempre più servizi essenziali sono stati costretti a chiudere o trasferirsi“, ha aggiunto il portavoce.
Medici senza Frontiere, la storia
Medici Senza Frontiere nasce nel 1971 a Parigi, fondata da un gruppo di medici e giornalisti francesi che volevano creare un’organizzazione indipendente, capace di portare cure mediche d’urgenza in zone colpite da guerre, catastrofi naturali ed epidemie, senza vincoli politici o religiosi.
Il primo grande intervento fu in Nicaragua e in Honduras dopo un terremoto e una guerra civile, ma presto MSF si trovò in prima linea in numerosi conflitti e crisi umanitarie in Africa, Asia e Medio Oriente.
La sua forza sta nell’indipendenza (finanziaria e politica), nella rapidità di intervento e nel principio di “témoignage”: curare ma anche testimoniare le ingiustizie viste sul campo, denunciandole pubblicamente. Nel 1999 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per il suo impegno in favore delle vittime dimenticate.
Oggi MSF è presente in oltre 70 paesi, con migliaia di operatori sanitari e logistici che portano assistenza in contesti di guerra, epidemie (come Ebola e COVID-19), carestie e disastri naturali, con la recente notizia della fine della presenza nel territorio di Gaza City per l’estrema pericolosità della zona, nonostante l’emergenza sia ancora ben presente.






