Tel Aviv, 5 agosto 2025 – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che sottoporrà al governo la decisione di procedere con l’occupazione della Striscia di Gaza, probabilmente giovedì. La notizia è stata diffusa da fonti vicine al governo durante il notiziario di Channel 12. Nel corso di una riunione ristretta tenutasi oggi pomeriggio, a cui hanno partecipato anche i ministri Israel Katz e Ron Dermer, sono emerse divergenze tra la componente politica e il capo di stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane (IDF), Eyal Zamir, riguardo l’entità dell’operazione militare prevista.
Riunione di sicurezza e posizioni divergenti su Gaza
L’ufficio del premier Netanyahu ha reso noto che l’incontro di sicurezza, durato circa tre ore, ha visto il capo di stato maggiore Eyal Zamir presentare diverse opzioni operative per la prosecuzione della campagna militare nella Striscia di Gaza. L’IDF ha ribadito la propria disponibilità ad attuare qualsiasi decisione presa dal gabinetto di sicurezza politico-militare. Tuttavia, secondo quanto riferito, sono emersi contrasti sulla proposta di Netanyahu di occupare l’intera Striscia, posizione non condivisa appieno dal comando militare.
Contesto e implicazioni politiche
Benjamin Netanyahu, primo ministro e figura di spicco del partito Likud, guida Israele in una fase particolarmente delicata. La Striscia di Gaza è un territorio strategico e densamente popolato sotto il governo di Hamas dal 2007, in un contesto di persistente conflitto e tensioni. L’eventuale occupazione militare rappresenterebbe un passo significativo, con potenziali impatti sulla sicurezza regionale e sulla situazione umanitaria, che già sta destando preoccupazioni internazionali.
Nel frattempo, il governo italiano, tramite il presidente Giorgia Meloni, ha sollecitato una cessazione immediata delle ostilità e ha ribadito l’impegno per garantire un accesso umanitario senza ostacoli alla popolazione civile di Gaza, anche attraverso iniziative di supporto come “Food for Gaza”.
Il confronto politico e militare interno a Israele continua quindi a delineare le prossime mosse di Netanyahu, mentre la comunità internazionale osserva con attenzione l’evoluzione della crisi.






