Madrid, 29 settembre 2025 – La Spagna ha formalmente vietato il transito di armi Usa destinate a Israele attraverso le basi militari di Rota e Morón, situate in Andalusia. La decisione è stata presa in conformità con l’embargo imposto dal governo spagnolo sulle forniture di armamenti diretti al Paese mediorientale. La restrizione riguarda non solo i mezzi con destinazione finale Israele, ma anche quelli che effettuano scali intermedi nelle due installazioni militari.
Madrid: “No a transito armi Usa per Israele nelle nostre basi”
Secondo fonti vicine al Comitato congiunto Ispano-Nordamericano, che gestisce la logistica delle basi di Rota (Cadice) e Morón de la Frontera (Siviglia), le due basi sono sotto “sovranità spagnola” e qualsiasi operazione militare deve essere autorizzata dalle autorità di Madrid. Il divieto di transito riguarda navi e aerei statunitensi carichi di armamenti, munizioni o attrezzature militari dirette a Israele, in linea con il decreto governativo recentemente approvato che rafforza l’embargo.
Il veto si fonda sull’Accordo di Difesa bilaterale del 1988 e sulle procedure operative del 2011, che prevedono un’autorizzazione specifica per i voli con carico o passeggeri ritenuti “controversi” dalla Spagna. Washington è consapevole che la fornitura di armi a Israele rientra in questa categoria, in virtù delle posizioni politiche assunte dal governo spagnolo guidato da Pedro Sánchez.
Segnali di rispetto e tensioni diplomatiche
A dimostrazione del rispetto del divieto, fonti citate da El País ricordano che la recente consegna di sei caccia F-35 a Israele, avvenuta tra marzo e aprile, ha evitato le basi spagnole, passando per le isole Azzorre prima di attraversare lo Stretto di Gibilterra. Questo itinerario è interpretato come un chiaro segnale degli Stati Uniti di voler “risparmiare frizioni con Madrid” e mantenere la fiducia tra alleati.
Tuttavia, la posizione spagnola ha innescato una guerra diplomatica con Israele, che ha accusato Madrid di “antisemitismo” e ha vietato l’ingresso nel Paese a due ministre spagnole, tra cui la vicepremier Yolanda Díaz. Madrid ha risposto respingendo con forza tali accuse e richiamando per consultazioni l’ambasciatrice a Tel Aviv, ribadendo l’impegno nella difesa della pace, del diritto internazionale e dei diritti umani.
La Spagna ha inoltre annunciato altre misure restrittive, tra cui il divieto di ingresso nel proprio spazio aereo a tutti i velivoli che trasportano materiale di difesa destinato a Israele e il blocco del transito nei porti spagnoli di navi cariche di carburante per le forze armate israeliane. Tuttavia, secondo fonti governative, non è stata prevista una modifica dell’accordo di cooperazione sulla difesa che regola l’uso delle basi di Rota e Morón, alimentando dubbi sull’effettiva portata dell’embargo.






