Belém, 7 novembre 2025 – Nel corso della seconda giornata del Vertice sul Clima in corso a Belém, capitale dello Stato brasiliano del Pará, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha annunciato misure concrete per sostenere la transizione energetica del Brasile e promuovere la giustizia climatica a livello globale.
Lula e il fondo per la transizione energetica finanziato dal petrolio
Nel suo discorso, Lula ha sottolineato l’importanza di un processo ordinato e equo di abbandono dei combustibili fossili, che deve includere l’accesso alle tecnologie e ai finanziamenti per i Paesi del Sud del mondo. Ha proposto di destinare parte dei profitti derivanti dallo sfruttamento del petrolio a un fondo nazionale dedicato a finanziare progetti di mitigazione climatica e a incentivare la transizione verso fonti energetiche rinnovabili.

Il presidente ha inoltre ribadito la necessità di una tabella di marcia chiara per ridurre la dipendenza globale dai combustibili fossili, enfatizzando tre impegni fondamentali: attuare l’accordo di Dubai per triplicare l’energia rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030; porre al centro della discussione la lotta alla povertà energetica con obiettivi concreti per la cottura pulita e l’accesso all’elettricità; aderire all’impegno di Belém per quadruplicare l’uso di combustibili sostenibili entro il 2035.
Il peso delle spese militari sulla crisi climatica
Lula ha anche denunciato il grave impatto delle spese militari sul cambiamento climatico. Ha evidenziato come il conflitto in Ucraina abbia compromesso anni di progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra, portando alla riapertura di miniere di carbone e a un aumento degli investimenti in armamenti.
“Spendere per le armi il doppio di quanto destinato all’azione per il clima significa spianare la strada all’apocalisse climatica”, ha affermato il presidente brasiliano in apertura della seconda sessione tematica del Vertice di Belém, dedicata alle sfide della transizione energetica. Lula ha concluso ammonendo che non ci sarà sicurezza energetica in un mondo in fiamme, sottolineando l’urgenza di rivedere le priorità globali per evitare un disastro climatico irreversibile.



