L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, ha definito inaccettabili i recenti raid Usa condotti nel Mar dei Caraibi e nel Pacifico. L’esponente Onu ha inoltre chiesto l’apertura di un’inchiesta per fare piena luce sulle operazioni americane. La risposta da Washington non si è fatta attendere, con una fonte dell’amministrazione statunitense che ha minimizzato le critiche, invitando gli interlocutori a concentrarsi su altri episodi controversi legati alla stessa organizzazione internazionale.
Volker Türk: “Raid Usa inaccettabili”
Volker Türk, che ricopre l’incarico di Alto Commissario Onu per i Diritti Umani dal 2022, ha richiamato l’attenzione sul quadro delle leggi internazionali riguardanti l’uso della forza. Secondo Türk, infatti, l’uso intenzionale della forza è consentito solo come extrema ratio, e solo contro individui che rappresentano una minaccia imminente alla vita. Questa posizione si inquadra in un più ampio impegno Onu volto a garantire il rispetto dei diritti umani e a prevenire escalation militari che possano compromettere la stabilità regionale.
La replica degli Stati Uniti e il contesto geopolitico
Dal lato americano, la critica dell’Onu è stata respinta con sarcasmo. Una fonte anonima dell’amministrazione statunitense, citata dall’agenzia Axios, ha sostenuto che chi si sofferma a criticare i raid dovrebbe piuttosto preoccuparsi di altri scandali interni all’Onu, facendo riferimento all’episodio della scala mobile bloccata al Palazzo di Vetro durante una precedente visita del presidente Donald Trump.
Questa tensione si inserisce in un quadro geopolitico complesso, nel quale gli Stati Uniti hanno recentemente valutato azioni militari nel Mar dei Caraibi e in altre aree strategiche, tra cui il possibile raid contro obiettivi in Venezuela, come registrato da fonti diplomatiche. Il tema dei raid militari e della loro legittimità internazionale resta dunque al centro di un acceso dibattito, con le Nazioni Unite che chiedono trasparenza e rispetto delle normative internazionali, mentre Washington difende le proprie scelte strategiche e operative.






