Roma, 29 ottobre 2025 – L’Iran sta intensificando la ricostruzione del suo programma missilistico nonostante le sanzioni delle Nazioni Unite reintrodotte il mese scorso, che vietano al Paese ogni attività relativa a missili balistici in grado di trasportare armi nucleari. Lo riferisce la Cnn, citando fonti dell’intelligence europea, che hanno monitorato diverse spedizioni di perclorato di sodio provenienti dalla Cina e arrivate al porto di Bandar Abbas dalla fine di settembre.
Iran, importazioni dalla Cina per il programma missilistico
Secondo quanto riportato dalla Cnn, le spedizioni iniziate il 29 settembre contengono circa 2.000 tonnellate di perclorato di sodio, una sostanza non espressamente vietata dai documenti delle Nazioni Unite ma fondamentale per la produzione di perclorato di ammonio, il combustibile utilizzato nei missili a medio raggio iraniani. Questa quantità, ha spiegato Jeffrey Lewis, direttore del Progetto di non proliferazione dell’Asia orientale presso il Middlebury Institute of International Studies, è sufficiente per realizzare circa 500 missili. Prima del conflitto di 12 giorni con Israele, l’Iran produceva circa 200 missili al mese e ora deve sostituire quelli distrutti o utilizzati durante la guerra.
Contesto internazionale e diplomatico
Nel mezzo di tensioni crescenti in Medio Oriente, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha rassicurato sulla sicurezza degli italiani presenti in Israele e Iran, dichiarando che al momento non vi sono situazioni critiche per i connazionali e annunciando l’organizzazione di voli charter per facilitare l’uscita volontaria da entrambi i Paesi.
Sul fronte diplomatico, domani a Ginevra sono previsti colloqui tra l’Iran e i ministri degli Esteri di Francia, Regno Unito, Germania e l’Alto rappresentante UE, con l’obiettivo di negoziare sul programma nucleare di Teheran, che ha dichiarato di essere svincolata da restrizioni imposte in passato dalle Nazioni Unite.
Parallelamente, Putin e Xi Jinping hanno condannato gli attacchi israeliani contro l’Iran, ribadendo che l’unica soluzione possibile al conflitto è quella diplomatica e politica, e si sono detti disponibili a mediare tra le parti. Nel frattempo, l’Iran ha criticato duramente il capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), Rafael Grossi, accusandolo di complicità con Israele.
La situazione resta tesa, con Israele che ha subito danni a edifici civili, tra cui l’ospedale Soroka di Beersheba, colpito da missili balistici iraniani, e con l’Iran che ha intensificato il controllo di internet nel Paese, bloccando l’accesso a molti siti web per timori di attacchi informatici israeliani.






