Washington, 13 settembre 2025 – Le reazioni sui social media all’omicidio di Charlie Kirk, noto attivista conservatore statunitense, hanno scatenato una vera e propria ondata di licenziamenti e censura in diverse istituzioni e ambienti lavorativi negli Stati Uniti. In un Paese dove la libertà di espressione è tutelata dal Primo Emendamento, l’assassinio di Kirk ha provocato un irrigidimento delle autorità e una repressione senza precedenti verso i commenti giudicati critici o controversi.
Licenziamenti e repressione nelle istituzioni Usa
Negli ultimi giorni sono stati numerosi i casi di persone sospese, licenziate o censurate per le opinioni espresse in relazione all’uccisione di Charlie Kirk. Tra loro vi sono insegnanti, vigili del fuoco, giornalisti, politici, un dipendente dei servizi segreti e persino un membro di una squadra della NFL. L’Amministrazione Trump ha annunciato l’intenzione di intervenire contro cittadini stranieri che avessero espresso apprezzamento o minimizzato l’omicidio di Kirk, che era egli stesso un convinto sostenitore della libertà di parola.
Particolare attenzione è stata rivolta dal Pentagono, il cui segretario alla guerra Pete Hegseth ha ordinato di individuare militari o personale associato che abbiano mostrato atteggiamenti di derisione o tolleranza verso l’uccisione di Kirk. Secondo quanto riportato da NBC News, diverse persone in servizio sono già state rimosse dai loro incarichi a causa di post sui social media, e decine di altri dipendenti civili sono sotto accusa sulla piattaforma X (ex Twitter). Parallelamente, gruppi conservatori hanno iniziato a raccogliere e segnalare commenti ritenuti discutibili, alimentando così una vasta campagna di censura interna.
Laura Loomer, da critica a paladina di Charlie Kirk: la controversa evoluzione
Un caso emblematico è quello di Laura Loomer, influente attivista di estrema destra e stretta alleata di Donald Trump, che ha suscitato scalpore per il repentino cambio di atteggiamento nei confronti di Charlie Kirk. Pochi mesi fa Loomer definiva Kirk un “ciarlatano” e un “opportunista politico”, criticandolo aspramente soprattutto per le sue posizioni contro gli attacchi militari all’Iran e per alcune scelte legate al mondo della destra conservatrice, come l’ospitalità al comico Dave Smith, noto per le sue posizioni anti-Trump.
Dopo l’omicidio di Kirk, Loomer è passata a chiedere all’amministrazione Trump di chiudere, tagliare i fondi e perseguire ogni organizzazione di sinistra, definendola una minaccia alla sicurezza nazionale. La sua veemente difesa di Kirk ha suscitato molte critiche, specie considerando il suo precedente atteggiamento ostile. Loomer ha dichiarato di essersi impegnata a denunciare chiunque deridesse Kirk o celebrasse il suo assassinio. Questo cambiamento di posizione si inserisce in un contesto di forti divisioni politiche e di polarizzazione estrema negli Stati Uniti.






