Il dibattito sull’impostazione del bilancio Ue per il 2026 si infiamma con il sostegno espresso dal Comitato europeo delle Regioni (CdR) alla lettera inviata dai gruppi di maggioranza al Parlamento europeo, che invita la Commissione a rivedere la propria proposta. Al centro della questione, la necessità di mantenere un bilancio che sia un vero investimento comune e non solo un insieme di dotazioni nazionali.
Il Comitato europeo delle Regioni: rivedere il bilancio Ue
La presidente del CdR, Kata Tüttő, ha evidenziato che “il bilancio dell’Europa non è un insieme di dotazioni nazionali ma è l’espressione del nostro progetto comune, un investimento condiviso nel futuro di ciascuno di noi”. Tüttő ha ribadito il pieno sostegno alla lettera dei gruppi di maggioranza dell’Eurocamera che chiede alla Commissione europea di apportare modifiche sostanziali alla proposta del bilancio per garantire una base solida per i negoziati.
La politica ungherese ha messo in guardia contro la tendenza a una crescente centralizzazione del potere: “ricentralizzando il potere, l’Europa rischia di perdere la fiducia e l’impegno delle persone che fanno funzionare le cose: sindaci, presidenti regionali, comunità locali”. Secondo Tüttő, ridurre le politiche a un semplice trasferimento di risorse finanziarie significa trasformare l’Europa in una mera “transazione”, mentre è necessaria una trasformazione profonda, soprattutto in un periodo di sfide geopolitiche e climatiche.
La posizione di Juanma Moreno e la richiesta di flessibilità
Anche il vicepresidente del Comitato, Juanma Moreno, ha sottolineato la reazione immediata dell’istituzione alla proposta di luglio, che ha visto riunirsi regioni, città, Parlamento europeo, Comitato economico e sociale europeo e associazioni di governi locali. Moreno ha dichiarato che “ora questa unità è mobilitata per evitare che il prossimo bilancio comprometta il partenariato di fiducia tra regioni, città e Ue”.
Il Comitato insiste sulla necessità di una maggiore flessibilità nella gestione dei fondi europei, opponendosi a una centralizzazione eccessiva che potrebbe rendere rigide le politiche di coesione, fondamentali per affrontare le rapide trasformazioni sociali, economiche e climatiche in corso nel continente.
In un contesto di crescenti incertezze globali, tra guerre, cambiamenti climatici e pressioni economiche, il CdR richiama l’attenzione sul ruolo cruciale degli enti locali e regionali, che devono essere parte integrante del processo decisionale per non perdere il legame con i cittadini europei.






