Bruxelles, 22 ottobre 2025 – Dopo settimane di negoziati serrati e ostilità, la Slovacchia ha ritirato il veto che bloccava l’adozione del nuovo pacchetto di sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia. Con questa mossa, l’Ue ha potuto formalizzare oggi il 18esimo pacchetto di sanzioni, rafforzando così la propria strategia nel contrasto alla guerra in Ucraina e intensificando la pressione economica su Mosca.
La svolta slovacca e le garanzie energetiche
Il premier slovacco Robert Fico ha annunciato ieri sera tramite un video su Facebook il ritiro del veto, spiegando che proseguire nell’ostruzionismo sarebbe stato “controproducente” per il Paese. La decisione è arrivata dopo un accordo con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha garantito a Bratislava specifici meccanismi di emergenza per proteggere il mercato energetico nazionale dalle fluttuazioni dei prezzi del gas e da eventuali carenze nelle forniture. La Slovacchia, ancora pesantemente dipendente dal gas russo a basso costo, ha così ottenuto una tutela che ha convinto Fico a far cadere il veto, pur minacciando di monitorare con attenzione l’attuazione degli impegni presi.
Questa intesa ha sbloccato il Consiglio Affari generali dell’Ue, che ha potuto approvare le sanzioni tramite procedura scritta, dopo che anche l’Austria aveva già tolto le proprie riserve nei giorni scorsi.
Contenuti e impatto del nuovo pacchetto di sanzioni
Il provvedimento prevede un divieto graduale all’importazione di gas naturale liquefatto (GNL) russo, con sei mesi di transizione per i contratti brevi e uno stop totale dal primo gennaio 2027. Sul fronte petrolifero, il pacchetto introduce un inasprimento del blocco alle compagnie petrolifere russe e alle cosiddette “navi della flotta ombra”: ben 117 nuove unità saranno sanzionate, portando il totale a 558 imbarcazioni.
Le sanzioni si estendono anche al settore finanziario con l’esclusione di cinque banche russe e quattro istituti di Paesi terzi (tra Bielorussia e Kazakistan) da ogni transazione finanziaria. Viene rafforzato il divieto di utilizzo dei sistemi di pagamento russi Mir e Fast Payment System, e proibito ogni servizio in criptovalute per cittadini e imprese russe.
In ambito commerciale, il pacchetto aggiunge 45 entità coinvolte nell’elusione delle sanzioni, incluse società con sede in Cina, India e Thailandia, e amplia il divieto all’esportazione di beni industriali e tecnologie avanzate. Sarà inoltre introdotto un meccanismo che limita la circolazione dei diplomatici russi nel territorio Ue e un nuovo elenco di sanzioni mirate agli individui coinvolti nei rapimenti di minori ucraini e nelle attività delle milizie russe.
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