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Home Esteri

La corte europea dei diritti umani ha condannato la Russia per aver rifiutato dei candidati associati a Navalny

by Alessandro Bolzani
27 Maggio 2025
Alexei Navalny

Alexei Navalny | Photo by Evgeny Feldman licensed under CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en) - Alanews.it

La Corte europea dei diritti umani ha condannato la Russia per aver ostacolato la candidatura di dieci individui legati all’oppositore Alexei Navalny, deceduto in prigione nel 2024. Le autorità russe hanno violato i diritti alla vita privata, alla libertà di espressione e di associazione. Mosca dovrà versare 10.000 euro a ciascun ricorrente per danni morali. La sentenza evidenzia che le motivazioni addotte per la squalifica erano infondate e scoraggiavano la partecipazione politica

La recente sentenza della Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha avuto un impatto significativo sulla situazione politica in Russia, evidenziando le gravi violazioni dei diritti fondamentali dei candidati legati all’oppositore politico Alexei Navalny. Questa decisione sottolinea la necessità di proteggere la democrazia e i diritti civili in un contesto in cui le autorità russe hanno mostrato una crescente repressione delle voci dissidenti.

La condanna della Cedu

La Cedu ha stabilito che le autorità russe hanno violato i diritti di dieci candidati che cercavano di partecipare alle elezioni municipali a Berdsk, nella regione di Novosibirsk. Questi candidati, collegati a organizzazioni associate a Navalny, hanno subito il rifiuto della registrazione da parte delle commissioni elettorali nel luglio 2021. La Corte ha riconosciuto che tale rifiuto ha infranto il diritto al rispetto della vita privata, alla libertà di espressione e di associazione. Ogni ricorrente riceverà un risarcimento di 10.000 euro per danni morali, un passo importante verso la giustizia.

Le accuse infondate

Le autorità russe hanno giustificato il rifiuto di registrare i candidati con l’accusa di “coinvolgimento in attività estremiste”. Tuttavia, la Cedu ha messo in evidenza la mancanza di prove concrete a sostegno di tali affermazioni, evidenziando come le norme utilizzate per giustificare l’esclusione risultassero vaghe e intimidatorie. Questa situazione solleva interrogativi sulla legittimità delle politiche elettorali russe e sull’effettivo rispetto dei diritti civili.

L’eredità di Navalny

Il contesto di questa sentenza è particolarmente significativo, poiché Navalny rappresentava un simbolo della lotta per la democrazia e i diritti umani in Russia. La sua morte in carcere ha attirato l’attenzione internazionale e ha accentuato le preoccupazioni riguardo alla repressione delle voci dissidenti. La Cedu ha sottolineato che le restrizioni sulla partecipazione politica non sono in linea con i principi di una società democratica e hanno un effetto scoraggiante sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.

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