Gli Accordi di Abramo, siglati per la prima volta nel 2020 alla Casa Bianca sotto la presidenza di Donald Trump, potrebbero presto contare su un nuovo importante firmatario. Secondo quanto riportato dall’emittente israeliana Kan, l’inviato americano Steve Witkoff ha anticipato che “stasera un altro Paese aderirà agli Accordi di Abramo”. Le indiscrezioni provenienti dalla stampa israeliana indicano che si tratterebbe del Kazakistan, la nazione dell’Asia centrale guidata dal presidente Qasym-Jomart Tokayev.
Tokayev sarà infatti ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump, e proprio quell’incontro potrebbe essere il palcoscenico scelto per ufficializzare l’annuncio. L’adesione di Astana rappresenterebbe un nuovo passo avanti nella strategia americana volta ad ampliare il fronte dei paesi musulmani disposti a normalizzare i rapporti con Israele.
Dagli Emirati al Kazakistan: un’alleanza che si allarga
Gli Accordi di Abramo furono inizialmente firmati da Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein, e successivamente si unirono anche Marocco e Sudan. L’obiettivo principale del patto è favorire la cooperazione diplomatica, economica e tecnologica tra Israele e diversi paesi arabi o a maggioranza musulmana, ponendo le basi per una maggiore stabilità regionale.
L’ingresso del Kazakistan, pur non rappresentando una svolta epocale — poiché il Paese intrattiene già da tempo rapporti diplomatici con Israele e dispone di un’ambasciata a Tel Aviv — avrebbe comunque un forte valore simbolico e strategico. Con una popolazione a stragrande maggioranza musulmana e un ruolo chiave nello scacchiere centro-asiatico, il Kazakistan potrebbe ampliare significativamente la portata geografica e politica degli Accordi.
Secondo il portale Axios, anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu parteciperà simbolicamente al momento dell’annuncio, collegandosi in videoconferenza con lo Studio Ovale. L’adesione di Astana darebbe nuova linfa a un progetto che, dopo un periodo di stallo, mira ora a rinvigorire la speranza di un nuovo equilibrio in Medio Oriente, sostenuto da un più ampio fronte di cooperazione internazionale.






