Bruxelles, 12 agosto 2025 – Le condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza stanno raggiungendo livelli di emergenza senza precedenti, con una carestia che si diffonde rapidamente tra la popolazione civile. In una dichiarazione congiunta, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas, insieme ai ministri degli Esteri di numerosi Paesi europei e extraeuropei, ha lanciato un appello urgente affinché Israele sblocchi l’accesso alle organizzazioni non governative (ONG) e consenta l’ingresso incondizionato degli aiuti umanitari a Gaza.
La denuncia della carestia e l’appello per l’accesso umanitario a Gaza
“La carestia a Gaza si sta diffondendo sotto i nostri occhi”, sottolinea il comunicato firmato da Australia, Belgio, Canada, Francia, Regno Unito, Giappone e altri, che evidenzia come le restrizioni israeliane sulle registrazioni delle ONG rischino di costringere molte organizzazioni essenziali a lasciare immediatamente i territori palestinesi occupati, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria. La dichiarazione richiama la necessità che tutti i valichi di frontiera e le vie di comunicazione vengano utilizzati senza ostacoli per il passaggio di cibo, medicinali, carburante, acqua potabile e materiali di primo soccorso.
Parallelamente, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha denunciato come la fame stia uccidendo nella Striscia di Gaza “come le bombe”. Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha riferito che i centri per la malnutrizione sono saturi e che il 95% delle famiglie affronta una grave carenza idrica, con conseguenze drammatiche soprattutto per i bambini e le donne incinte. Dal 17 luglio, inoltre, gli aiuti alimentari sono arrivati a intermittenza, insufficienti a garantire la sopravvivenza della popolazione.
La posizione europea e gli sforzi diplomatici per la pace
Nel comunicato, Kallas e i ministri firmatari esprimono gratitudine agli sforzi di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per promuovere un cessate il fuoco e sottolineano la necessità che questo accordo ponga fine alla guerra, consenta la liberazione degli ostaggi e permetta il flusso incondizionato degli aiuti via terra. La dichiarazione ribadisce inoltre che gli aiuti umanitari non devono essere politicizzati e che i civili, gli operatori umanitari e il personale medico devono essere protetti, senza l’uso di forza letale nei luoghi di distribuzione.
Per approfondire: Unicef: “A Gaza 12 mila bambini gravemente malnutriti, emergenza senza precedenti”






