“Come stavo dicendo prima di essere interrotto…”. Con queste parole Jimmy Kimmel ha aperto la puntata del suo show, tornando sul palco dopo una settimana di sospensione decisa dalla rete Abc. La riapparizione del comico, al centro di un acceso dibattito sulla libertà di espressione negli Stati Uniti nell’era Trump, è stata accolta da minuti di applausi e cori del pubblico riunito nel teatro di Hollywood che porta il suo nome.
La controversia che ha travolto il programma
La sospensione era arrivata dopo un commento di Kimmel sulle motivazioni del presunto assassino dell’attivista trumpista Charlie Kirk, che aveva sollevato critiche e polemiche. “Non so chi abbia avuto 48 ore più strane, io o l’amministratore delegato della Tylenol. È stato travolgente”, ha esordito il conduttore, rompendo per la prima volta il silenzio.
Libertà di parola sotto attacco
Kimmel ha affrontato direttamente la questione, sottolineando come “il governo non dovrebbe avere il potere di controllare ciò che diciamo o non diciamo in televisione”. Ha aggiunto che non intende cambiare l’opinione di nessuno, ma che il suo intento non è mai stato quello di ridicolizzare l’omicidio di un giovane né di attribuire responsabilità collettive per le azioni di un singolo individuo. “Capisco chi si è sentito offeso, avrei reagito allo stesso modo se fosse successo a parti invertite”, ha affermato con voce commossa.
Le parole di Kimmel sull’assassino di Kirk
Nel suo monologo Kimmel ha voluto chiarire che, a suo avviso, l’autore del delitto non rappresentava alcun gruppo: “Era una persona malata che pensava che la violenza fosse la soluzione, e non lo è mai”.
Il sostegno ricevuto da Kimmel
Il comico ha ringraziato i colleghi dei late show e altri conduttori internazionali che lo hanno sostenuto durante la sospensione. “Ho sentito perfino un presentatore tedesco che mi ha offerto un lavoro. Potete immaginare? Questo Paese è diventato così autoritario che persino i tedeschi dicono: vieni qui”, ha ironizzato.
Difesa bipartisan
Kimmel ha espresso gratitudine anche verso figure della destra americana che, pur non condividendo le sue idee, hanno difeso il suo diritto alla libertà di espressione. “Non avrei mai pensato di ringraziare persone come Ben Shapiro, Clay Travis, Mitch McConnell, Rand Paul e Ted Cruz. Ci vuole coraggio per parlare contro questa amministrazione, e l’hanno fatto”.
Kimmel: “Trump ha provato in tutti i modi a cancellarmi, ma non ci è riuscito”
Prima di chiudere, Kimmel ha ribadito l’importanza della libertà di parola, ricordando come la cancellazione di programmi e il licenziamento di colleghi rappresentino un pericoloso passo indietro per la democrazia americana. Poi, rivolgendosi direttamente a Trump, ha affondato: “Ha provato in tutti i modi a cancellarmi, ma non ci è riuscito. Anzi, ha costretto milioni di persone a guardare il mio show. Ora forse dovrà pubblicare i file su Epstein per distrarre il pubblico”.
Trump attacca Abc per il ritorno di Kimmel e minaccia azioni legali
Donald Trump torna a puntare il dito contro la rete televisiva Abc dopo il ritorno in televisione di Kimmel. Sul suo social network Truth, il presidente degli Stati Uniti ha espresso stupore e irritazione: “Non posso credere che le fake news di Abc abbiano ridato il posto a Jimmy Kimmel”. Un messaggio che rientra nella lunga scia di polemiche già accese negli anni tra Trump e il comico, spesso autore di battute pungenti sul suo conto durante i talk show.
La minaccia al network
Trump ha poi lasciato intendere la possibilità di un’azione legale contro l’emittente: “Penso che proveremo a far uscire Abc da questa situazione. Vediamo come ci riusciamo”. Ha ricordato inoltre un precedente scontro giudiziario, sottolineando: “L’ultima volta che sono andato contro l’emittente mi hanno dato 16 milioni di dollari. Questa volta sembra ben più redditizio”.






