Roma, 21 agosto 2025 – Italia e altri 20 Paesi hanno rilasciato oggi una dichiarazione congiunta in cui condannano con fermezza la recente approvazione da parte del Comitato Superiore di Pianificazione israeliano dei piani per la costruzione di insediamenti nell’area denominata E1, situata a est di Gerusalemme, in Cisgiordania. L’invito urgente è quello di un’immediata revoca per una decisione definita “inaccettabile” e una violazione del diritto internazionale.
Cisgiordania, posizione internazionale sulla questione E1
La dichiarazione, firmata dai ministri degli Esteri di ventuno Paesi tra cui Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, e Regno Unito, oltre che dall’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza e Vicepresidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sottolinea che la costruzione degli insediamenti in Cisgiordania “rischia di rendere impossibile una soluzione a due stati“.
Nel testo si evidenzia come il progetto possa “dividere qualsiasi futuro Stato palestinese e limitare l’accesso palestinese a Gerusalemme“, alimentando potenziali tensioni e minando la sicurezza regionale. Il ministro israeliano Smotrich aveva infatti dichiarato che il piano avrebbe impedito la realizzazione della soluzione a due Stati, ma la comunità internazionale evidenzia come tale iniziativa non porti benefici né al popolo israeliano né a quello palestinese.
Richiesta di un impegno concreto da parte di Israele
Il documento ribadisce che il governo israeliano ha ancora l’opportunità di fermare l’avanzamento del progetto E1 e invita a ritirarlo con urgenza, affermando che “l’azione unilaterale mina il desiderio collettivo di sicurezza e prosperità in Medio Oriente“. Inoltre, viene richiamato il rispetto della Risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che condanna la costruzione di insediamenti nei territori occupati, e si sottolinea la necessità di rimuovere le restrizioni finanziarie imposte all’Autorità Nazionale Palestinese.
La presa di posizione congiunta rappresenta un segnale forte della comunità internazionale, inclusa l’Italia, che continua a sostenere una soluzione pacifica e negoziata del conflitto israelo-palestinese, nel rispetto del diritto internazionale e dei diritti di tutte le popolazioni coinvolte.
Governo britannico convoca ambasciatrice israeliana sul caso Cisgiordania
Il governo britannico ha deciso di convocare l’ambasciatrice israeliana nel Regno Unito, Tzipi Hotovely, a seguito dell’approvazione da parte di Israele del progetto di insediamento nell’area E1 in Cisgiordania. Il Foreign Office, che ha ribadito la posizione contraria di Londra e di altri 20 Paesi, tra cui anche l’Italia, rispetto a tale iniziativa, ha ufficializzato la decisione in una nota.
Il governo britannico è deciso e ha definito il piano “inaccettabile e una violazione del diritto internazionale”. La convocazione dell’ambasciatrice Hotovely rappresenta una risposta diplomatica formale per esprimere il disappunto di Londra e ribadire l’importanza di rispettare le risoluzioni internazionali e il processo di pace.
Il ruolo di Tzipi Hotovely nel contesto diplomatico
Tzipi Hotovely, ambasciatrice dal 2020 e membro del partito Likud, ha una lunga carriera politica alle spalle, che include incarichi come viceministro degli affari esteri e ministro degli insediamenti. La sua presenza a Londra assume particolare rilievo in questo momento delicato, poiché rappresenta il punto di contatto istituzionale tra Israele e il Regno Unito. La convocazione da parte del Foreign Office sottolinea l’intenzione britannica di affrontare direttamente con Israele le controversie legate agli insediamenti in Cisgiordania.






