Israele, la commissione ministeriale per la legislazione è pronta a discutere domani due proposte di legge che potrebbero avere un impatto significativo sul panorama politico e giudiziario di Israele, con l’attenzione rivolta a Netanyahu. Tra queste, infatti, spicca una proposta che riguarda direttamente la sospensione del processo a carico del Primo ministro, attualmente al centro di numerose controversie legali.
Israele, c’è la proposta di legge per sospendere i processi contro Netanyahu
La proposta, avanzata dalla parlamentare Limor Son Har Melech del partito Potere Ebraico, autorizzerebbe la commissione della Knesset a notificare a un tribunale la sospensione di un processo contro un Primo ministro o un ministro, qualora lo ritenga necessario. Nel testo si legge che: “Se tale notifica viene presentata, il tribunale sospenderà il procedimento in quel processo”. Questa misura rappresenterebbe una novità rilevante, poiché interferirebbe con l’attuale autorità del Procuratore generale, che finora ha potuto sospendere temporaneamente i processi solo in casi di gravi condizioni di salute o circostanze personali straordinarie.
Secondo il sito israeliano Ynet, la proposta ha già suscitato critiche anche all’interno del governo. Il consigliere legale del Primo ministro, Gali Baharav-Miara, si opporrebbe alla legge, sottolineando che essa garantisce alla Knesset un potere di intervento nei procedimenti penali decisi dai tribunali, violando in tal modo il principio di separazione dei poteri e minando l’indipendenza della magistratura. La norma solleva inoltre preoccupazioni riguardo ai diritti personali degli imputati.
Contesto politico e sicurezza interna
L’iniziativa legislativa arriva in un momento di forte tensione in Israele, segnato da un aumento degli attentati e da una dura repressione militare in Cisgiordania. Solo pochi giorni fa, un attacco armato a Ramot ha causato la morte di sei israeliani e il ferimento di altri dodici, innescando una serie di rappresaglie da parte dell’esercito israeliano. La deputata Limor Son Har Melech ha commentato duramente la situazione, affermando che “non c’è differenza tra Khan Younis e Ramallah e tra Gaza e Jenin” e sostenendo che la soluzione per la sicurezza del Paese passi attraverso la conquista, l’espulsione e gli insediamenti.
Il clima di conflitto interno e le implicazioni politiche della proposta di legge indicano una fase di grande instabilità per il governo Netanyahu, che nel frattempo continua a essere sotto la lente degli organi giudiziari nazionali e internazionali.






