La Knesset, parlamento monocamerale dello Stato d’Israele, ha dato il via libera preliminare a un disegno di legge che mira ad estendere la sovranità israeliana sulla Cisgiordania, una decisione che ha riacceso tensioni e preoccupazioni a livello internazionale. Questo voto, avvenuto con 25 favorevoli e 24 contrari, rappresenta il primo passo formale verso l’annessione di una porzione significativa del territorio palestinese, un tema da sempre centrale nel complesso equilibrio geopolitico mediorientale.
Israele e la Cisgiordania: la posizione di Rubio
Il segretario di Stato degli Stati Uniti, Marco Rubio, ha espresso una netta condanna verso il voto della Knesset, giudicandolo una “minaccia per la pace” e un possibile ostacolo al fragile cessate il fuoco vigente nella Striscia di Gaza. Rubio ha sottolineato che, secondo quanto dichiarato dal presidente statunitense, l’amministrazione americana non intende sostenere al momento questa iniziativa, che potrebbe compromettere gli accordi di pace raggiunti di recente. La sua visita in Israele, a seguito del voto, è stata interpretata come un segnale di forte interesse e preoccupazione da parte di Washington per le evoluzioni politiche nella regione.
Parallelamente, il vicepresidente Usa J.D. Vance ha incontrato a Gerusalemme il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, confermando la complessità della situazione: “Abbiamo davanti un compito molto arduo – ha spiegato Vance – disarmare Hamas, ricostruire Gaza e garantire la sicurezza dei cittadini israeliani”. Gli incontri istituzionali si sono estesi anche al ministro della Difesa Israel Katz e ai vertici delle forze armate israeliane, dove si è discusso approfonditamente della delicata situazione nella Striscia di Gaza e delle implicazioni dell’annessione.
Implicazioni e reazioni internazionali
L’annessione della Cisgiordania rappresenterebbe un cambiamento significativo nell’assetto territoriale del Medio Oriente, con ripercussioni sul riconoscimento dello Stato palestinese e sulle relazioni diplomatiche con i Paesi vicini. L’area, contesa tra Israele e Palestina, è già teatro di un conflitto prolungato che si è tradotto in numerosi accordi di pace sfociati spesso in stallo o violenze.
Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere: mentre alcuni Paesi si dicono contrari a qualsiasi modifica unilaterale dello status quo, altri mantengono una posizione più cauta o di sostegno ad Israele, complicando ulteriormente il quadro diplomatico. Nel frattempo, la Procura di Roma ha avviato un’indagine su presunti episodi di sequestro di persona e danneggiamento legati alla missione della Global Sumud Flotilla, che tenta di portare aiuti umanitari a Gaza, segnalando un ulteriore livello di complessità nella gestione della questione.
Il conflitto israelo-palestinese rimane quindi una delle questioni più delicate e irrisolte del panorama internazionale, con la recente votazione della Knesset destinata a influenzarne profondamente gli sviluppi futuri.






