Un funzionario militare israeliano ha riferito all’Afp che Hamas ha compiuto diversi attacchi contro le forze israeliane nella Striscia di Gaza, violando apertamente il cessate il fuoco. Secondo quanto dichiarato, i miliziani hanno lanciato un missile anticarro e aperto il fuoco contro le truppe dell’Idf impegnate a smantellare infrastrutture terroristiche nella zona di Rafah, a sud di Gaza, area tutelata dall’accordo di tregua.
In risposta, l’esercito israeliano ha colpito la zona per neutralizzare la minaccia e distruggere tunnel e strutture utilizzate da Hamas per attività militari, confermando i raid attraverso il suo account su X. L’Idf ha sottolineato che queste azioni rappresentano una chiara violazione del cessate il fuoco e ha promesso di rispondere con decisione.
Nelle ore precedenti alla conferma dell’Idf, gli Usa avevano lanciato un avvertimento ai Paesi garanti dell’accordo di pace nella Striscia di Gaza, segnalando la possibilità di una “imminente violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas contro la popolazione civile” di Gaza.
Nelle ore successive alle dichiarazioni provenienti da Washington, i media hanno riportato delle tensioni a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove Hamas avrebbe violato il cessate il fuoco in corso. Secondo la testata israeliana N12, i combattenti palestinesi avrebbero aperto il fuoco contro un veicolo del genio militare israeliano, provocando la reazione immediata dell’aeronautica israeliana, che ha condotto raid sull’area. Al-Arabiya ha riportato tre attacchi aerei complessivi da parte delle Forze di Difesa israeliane (IDF).
Testimoni e resoconti dai raid
Secondo testimoni oculari e fonti israeliane, due dei raid aerei hanno colpito Rafah, una zona sotto controllo militare israeliano. I residenti hanno riferito di scontri tra membri di Hamas e altri gruppi armati palestinesi nella stessa area.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno confermato il raid militare nella zona di Rafah. Secondo quanto riportato dall’esercito israeliano tramite il proprio account ufficiale su X, “Stamattina i terroristi hanno lanciato un missile anticarro e sparato contro le truppe dell’IDF impegnate a smantellare le infrastrutture terroristiche nella zona di Rafah, nel sud di Gaza, in conformità con l’accordo di cessate il fuoco“. In risposta, le IDF hanno iniziato a colpire la zona con l’obiettivo di eliminare la minaccia rappresentata dai tunnel e dalle strutture militari utilizzate per attività terroristiche. L’esercito ha definito questi attacchi come una “palese violazione dell’accordo di cessate il fuoco” e ha sottolineato che continuerà a rispondere con fermezza.
le Brigate Ezzedine Al-Qassam, ala militare di Hamas, hanno ufficialmente negato ogni violazione del cessate il fuoco recentemente concordato. In particolare, Hamas ha dichiarato di non essere a conoscenza di scontri nell’area di Rafah, dove Israele ha condotto raid aerei.
In una nota diffusa oggi, le Brigate Ezzedine Al-Qassam hanno ribadito il loro “pieno impegno a implementare tutto ciò che è stato concordato, primo fra tutti il cessate il fuoco in tutte le aree della Striscia di Gaza”. Il comunicato sottolinea inoltre che “non siamo a conoscenza di incidenti o scontri in corso nell’area di Rafah, poiché si tratta di zone rosse sotto il controllo dell’occupazione, e i contatti con i nostri gruppi rimasti lì sono stati interrotti dalla ripresa della guerra nel marzo di quest’anno”.
Vertici israeliani al lavoro
Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz hanno partecipato a una riunione straordinaria per aggiornamenti sul terreno e per valutare la risposta appropriata e le ulteriori operazioni nella Striscia di Gaza. I vertici militari stanno analizzando gli sviluppi sul campo e definendo le prossime mosse.
Ben Gvir a Netanyahu: “Riprendere la guerra a Gaza, Hamas va annientato”
Il ministro di estrema destra israeliano Itamar Ben Gvir ha rivolto un appello pubblico al primo ministro Benjamin Netanyahu perché rilanci le operazioni militari nella Striscia di Gaza, dopo quanto viene considerato un episodio di violazione del cessate il fuoco a Rafah. La richiesta è stata riportata dal Times of Israel.
Ben Gvir ha chiesto esplicitamente a Netanyahu di ordinare alle Forze di Difesa israeliane (IDF) di riprendere un’azione militare su larga scala contro la Striscia. Secondo il ministro, la tregua appare ormai compromessa e occorre una risposta decisa per ristabilire la sicurezza e la deterrenza.
Nelle sue dichiarazioni, Ben Gvir ha escluso che il movimento di Hamas possa mutare atteggiamento o rispettare gli accordi sottoscritti, definendo tale aspettativa “pericolosa”. Per il ministro, l’organizzazione — che ha etichettato con parole durissime — non può essere riformata o contenuta e pertanto deve essere “completamente distrutta”.
Hamas respinge le accuse americane: “Nessun piano per colpire civili a Gaza”
Hamas ha smentito con decisione le affermazioni diffuse dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, secondo cui il movimento palestinese starebbe preparando un attacco contro la popolazione civile nella Striscia di Gaza. La notizia è stata riportata da Al Jazeera, che cita fonti del gruppo islamista.
Secondo Hamas, le recenti operazioni non sono dirette contro civili, ma contro “bande criminali armate e finanziate” che – a loro dire – agiscono con il sostegno di Israele. Tali gruppi, ha spiegato il movimento, sarebbero responsabili di “uccisioni, rapimenti, furti di camion di aiuti umanitari e aggressioni contro cittadini palestinesi”.
Il gruppo ha inoltre sottolineato che le proprie azioni “seguono leggi chiare” e sarebbero volte a garantire la sicurezza interna a Gaza. L’obiettivo, ha ribadito Hamas, è quello di preservare l’ordine e la stabilità del territorio, non di colpire la popolazione civile.
Hamas: altri 15 corpi restituiti da Israele a Gaza
Il Ministero della Salute di Gaza, sotto il controllo di Hamas, ha reso noto domenica che altri 15 corpi di palestinesi sono stati restituiti da Israele, portando a 150 il totale dei corpi riportati nella Striscia dall’inizio della settimana.
Scambio nell’ambito del cessate il fuoco
Questa restituzione rientra nell’accordo di cessate il fuoco mediato dal presidente statunitense Donald Trump. Secondo i termini dell’intesa, Israele consegna i corpi di 15 palestinesi per ciascun cittadino israeliano deceduto restituito dalle autorità di Gaza.
Israele ha inoltre comunicato stamani di aver identificato i resti di due ostaggi consegnati ieri sera a Gaza da Hamas.
Attacchi dei coloni israeliani in Cisgiordania
Mentre cresce la tensione nella Striscia, nuove violenze sono state segnalate in Cisgiordania. Fonti locali, citate da Al Jazeera, riferiscono che un gruppo di coloni israeliani armati ha aggredito contadini palestinesi nei pressi del villaggio di Turmus’ayya, a nord-est di Ramallah.
Secondo l’agenzia palestinese Wafa, i coloni hanno attaccato anche alcuni raccoglitori di olive, costringendoli ad abbandonare i campi, mentre l’esercito israeliano avrebbe allestito posti di blocco ai due ingressi del villaggio per controllare i veicoli in transito. Si tratta solo dell’ultimo episodio di una serie di aggressioni avvenute nelle ultime ore in diverse aree della Cisgiordania occupata.
Israele ha identificato il corpo di un ostaggio di Hamas
Le autorità di Israele hanno inoltre annunciato l’identificazione del corpo di Ronen Engel, uno dei civili rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023 insieme alla moglie e a una delle sue figlie. Secondo l’esercito israeliano, l’uomo sarebbe stato ucciso lo stesso giorno del rapimento.
La figlia, Mika Engel, ha scritto su Instagram: “Dopo 744 giorni, mio padre è finalmente tornato a casa.” Nel frattempo, Israele ha restituito ai palestinesi i corpi di altri 15 prigionieri uccisi, portando a 135 il numero complessivo dei cadaveri consegnati alle autorità locali.
Fonti mediche palestinesi e team forensi hanno denunciato che su molti dei corpi sono stati riscontrati segni di tortura, abusi e, in alcuni casi, esecuzioni sommarie. Un detenuto rilasciato questa settimana ha raccontato di essere stato picchiato così duramente da perdere la vista. Dati delle Nazioni Unite indicano che almeno 75 detenuti palestinesi sono morti nelle carceri israeliane dal 7 ottobre 2023.
Uccisi undici membri di una famiglia palestinese
La fragile tregua è stata ulteriormente compromessa da un nuovo attacco israeliano a Gaza, in quello che rappresenta finora l’episodio più grave dall’entrata in vigore del cessate il fuoco otto giorni fa. Secondo la Protezione civile di Gaza, undici membri della famiglia Abu Shaaban — tra cui sette bambini e tre donne — sono stati uccisi venerdì sera quando un carro armato israeliano ha colpito con una granata il veicolo su cui viaggiavano nel quartiere di Zeitoun, a Gaza City.
Le vittime stavano cercando di tornare a casa per verificarne le condizioni dopo i bombardamenti delle scorse settimane. Il portavoce della Protezione civile, Mahmoud Basal, ha definito l’attacco “una palese violazione del cessate il fuoco e un crimine contro civili disarmati”.
Escalation e rischio di collasso della tregua tra Israele e Hamas
Gli ultimi sviluppi evidenziano come il cessate il fuoco, già fragile, rischi di crollare sotto il peso delle reciproche accuse e delle continue violenze sul terreno. Da un lato, Washington denuncia un possibile attacco di Hamas contro i civili di Gaza; dall’altro, continuano le operazioni militari e le aggressioni dei coloni israeliani nei Territori occupati.
La comunità internazionale teme che l’escalation possa annullare i risultati ottenuti grazie ai negoziati diplomatici, riportando l’intera regione in una spirale di violenza senza precedenti.
Per approfondire: Hamas: “Controllo ad interim su Gaza, il disarmo dipende dal futuro del processo”






