Beirut, 16 novembre 2025 – La missione di pace UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), impegnata nel sud del Libano, è stata oggetto di un attacco da parte delle forze armate israeliane. L’episodio, avvenuto nella mattinata di domenica nella zona di El Hamames, ha visto l’impiego di un carro armato Merkava israeliano, che ha sparato contro una pattuglia dei caschi blu delle Nazioni Unite. Fortunatamente, non si registrano feriti né tra i militari italiani, parte del contingente UNIFIL, né tra gli altri peacekeeper.
L’incidente e le posizioni delle parti
Secondo la versione fornita dall’esercito israeliano (IDF), il fuoco è scaturito da un errore di identificazione causato dal maltempo: i soldati UNIFIL sarebbero stati scambiati per sospetti armati. L’IDF ha dichiarato di aver sparato inizialmente colpi di avvertimento, per poi accertarsi dell’identità dei peacekeeper e interrompere le ostilità. L’incidente è attualmente oggetto di una indagine interna da parte delle forze israeliane.
Dall’altra parte, la forza di interposizione ONU ha denunciato una grave violazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che stabilisce il cessate il fuoco e le condizioni di sicurezza nel sud del Libano dopo il conflitto del 2006 tra Israele e Hezbollah. L’UNIFIL ha precisato che i colpi di mitragliatrice pesante sono stati sparati a pochi metri dal proprio personale e che la pattuglia ha potuto ritirarsi solo dopo circa trenta minuti, una volta che il veicolo blindato israeliano si è ritirato all’interno delle linee IDF.
Il portavoce dei peacekeeper ha ribadito l’appello all’IDF di cessare ogni comportamento aggressivo contro le forze di pace o nelle loro immediate vicinanze, sottolineando l’importanza di garantire la sicurezza del personale ONU impegnato in missioni delicate di stabilizzazione.
La missione UNIFIL e il quadro regionale
La UNIFIL, istituita nel 1978 con le risoluzioni 425 e 426 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, conta oggi circa 10.000 militari da diversi paesi, tra cui l’Italia, ed è comandata dal generale di divisione Diodato Abagnara. Il suo mandato include il monitoraggio del ritiro israeliano dal sud del Libano, il sostegno al governo libanese nel ripristino della propria autorità e la garanzia della pace e sicurezza nella regione.
Negli ultimi anni, il sud del Libano è stato teatro di frequenti tensioni, con Israele che mantiene presenze militari in alcune aree che considera strategiche e prosegue attacchi mirati contro obiettivi attribuiti a Hezbollah. La tregua del novembre 2024, che ha messo fine a un anno di ostilità dopo l’escalation legata al conflitto nella Striscia di Gaza, è fragile e spesso minata da episodi come quello di domenica.
L’Unione Europea e la Francia hanno condannato con fermezza il fuoco israeliano contro l’UNIFIL, sottolineando la necessità di proteggere i caschi blu e di rispettare pienamente il cessate il fuoco vigente. Anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha evidenziato l’importanza di evitare che simili incidenti degenerino, ribadendo che la sicurezza dei militari italiani e internazionali è una priorità indiscutibile.
La situazione resta quindi complessa e delicata, con la missione ONU che continua a operare in un contesto di alta tensione, fondamentale per mantenere un fragile equilibrio tra le parti in una regione storicamente instabile.






