Tel Aviv, 12 novembre 2025 – La Knesset israeliana ha approvato in prima lettura una proposta di legge che mira a rendere permanente la cosiddetta “legge Al Jazeera”, normativa che autorizza il governo a chiudere i media stranieri in Israele in determinate condizioni. Il provvedimento ha ottenuto 50 voti favorevoli contro 41 contrari, segnando un passo significativo nel controllo governativo sull’informazione estera nel Paese.
La norma permanente per la chiusura dei media stranieri
La legge attualmente in vigore, introdotta con carattere temporaneo nell’aprile 2024, permette alle autorità israeliane di sospendere le attività di emittenti straniere in caso di emergenze, in particolare per motivi di sicurezza nazionale. Fra gli episodi più noti vi è la chiusura dell’emittente qatariota Al Jazeera, considerata vicina a Hamas, avvenuta un mese dopo l’entrata in vigore della norma temporanea. In quella stessa occasione furono sequestrate temporaneamente anche le attrezzature dell’Associated Press, fornitrice di immagini ad Al Jazeera, scatenando critiche sia interne che internazionali.
La proposta, avanzata dal parlamentare del Likud Ariel Kallner, prevede di estendere in maniera significativa i poteri del ministro delle Comunicazioni. Questi potrà ordinare a piattaforme Internet e distributori di contenuti digitali di bloccare o rimuovere materiale specifico nel territorio israeliano. Se la norma dovesse essere definitivamente approvata, tale autorità verrebbe esercitata indipendentemente dalla situazione di sicurezza, divenendo quindi permanente.
Richieste di libertà di stampa e accesso ai territori palestinesi
Parallelamente, da Roma arriva un appello congiunto di giornalisti italiani e associazioni di categoria rivolto al governo italiano e alla Commissione europea. Il Movimento Giustizia e Pace in Medio Oriente, la Federazione Nazionale Stampa Italiana e il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti chiedono una pressione concreta su Israele per revocare il blocco all’ingresso dei giornalisti internazionali nella Striscia di Gaza e per eliminare le restrizioni alla stampa nei territori palestinesi occupati, inclusa Cisgiordania e Gerusalemme Est.
Nel testo si sottolinea che da oltre due anni Gaza è praticamente isolata dai media internazionali, con un grave danno per la libertà di informazione e il diritto all’informazione accurata della comunità internazionale. Sono inoltre ricordate le vittime palestinesi tra i giornalisti, con circa 300 operatori dell’informazione uccisi dall’IDF dall’inizio dell’occupazione israeliana, un dato che rappresenta una ferita per la libertà di stampa e il diritto alla conoscenza.
Il giornalista palestinese Alhassan Selmi, attraverso un video, ha ribadito l’importanza dell’apertura delle frontiere a giornalisti e aiuti umanitari come previsto dagli accordi per il cessate il fuoco, auspicando un miglioramento della situazione sul campo e un sostegno alla capacità operativa dei reporter, la cui attrezzatura è spesso distrutta durante i conflitti.
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