Istanbul, 4 agosto 2025 – Il vice ministro degli Esteri iraniano Kazem Gharibabadi ha dichiarato oggi che, nonostante le sanzioni internazionali, l’Iran continua a vendere il proprio petrolio e a svolgere attività economiche e commerciali. Le sue parole arrivano in un momento di stallo nei colloqui con gli Stati Uniti, riguardanti il dossier nucleare e le sanzioni imposte da Washington.
Iran: “Vendiamo il nostro petrolio nonostante le sanzioni”
Durante una conferenza stampa, Gharibabadi ha sottolineato come l’obiettivo degli Stati Uniti fosse quello di azzerare le esportazioni di greggio iraniano, ma che tale intento non è stato raggiunto. “Siamo attualmente sotto sanzioni, ma continuiamo a svolgere le nostre attività economiche e commerciali e a vendere il nostro petrolio”, ha affermato il vice ministro, rilanciando la posizione di Teheran. Ha inoltre ribadito che l’economia iraniana non dovrebbe dipendere esclusivamente dai negoziati con gli Stati Uniti: “Non dovremmo legare la revoca delle sanzioni ai negoziati con gli Stati Uniti”.
I colloqui con Washington, avviati lo scorso aprile, sono stati interrotti a giugno durante la cosiddetta “guerra dei 12 giorni” e non è stata ancora fissata una nuova data per riprendere le trattative. Gharibabadi ha precisato che, pur essendo favorevole al raggiungimento di un accordo che porti alla revoca delle sanzioni, non si deve “legare tutto ai negoziati” qualora gli Stati Uniti volessero abusare del tavolo diplomatico.
Rapporti con l’AIEA e contesto internazionale
Contemporaneamente, una delegazione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) è attesa in Iran entro due o tre settimane per discutere delle nuove modalità di cooperazione. Tuttavia, come ha spiegato sempre Gharibabadi, tale delegazione non avrà accesso ai siti nucleari iraniani, in un clima di tensione accentuato dagli attacchi statunitensi e israeliani ai siti nucleari di Teheran avvenuti a giugno.
Le dichiarazioni del vice ministro arrivano mentre le sanzioni europee e statunitensi rimangono in vigore, con l’obiettivo di limitare le capacità economiche e militari dell’Iran. Washington, che ha storicamente imposto restrizioni severe, continua a sostenere la pressione, ma Teheran rivendica la propria resilienza economica e la capacità di aggirare le misure restrittive, in particolare nel settore petrolifero.






