Bruxelles, 19 settembre 2025 – È sulla delicata partita del voto dell’Europarlamento, e in particolare su quello dei 188 eurodeputati del Partito Popolare Europeo (PPE), che si giocherà il destino politico e giudiziario di Ilaria Salis, eurodeputata della Sinistra, coinvolta in un contenzioso con il governo ungherese guidato da Viktor Orbán. Il voto, atteso con grande attenzione, avrà luogo nella plenaria del Parlamento Europeo il prossimo 7 ottobre e sarà decisivo per stabilire se Salis manterrà l’immunità parlamentare e quindi eviterà di dover rispondere in un tribunale di Budapest.
L’impatto del voto decisivo del PPE sull’immunità di Salis
Secondo quanto emerge dalle dinamiche interne all’Eurocamera, la sopravvivenza politica di Salis dipende dal sostegno di almeno un terzo dei deputati popolari, i quali dovrebbero votare insieme ai progressisti per la concessione dell’immunità. Questo scenario è inusuale e delicato, considerando che il PPE è tradizionalmente schierato su posizioni più moderate o conservatrici, ma si trova ora diviso tra chi è critico verso la linea dura di Orbán e chi invece tende a difendere il governo ungherese.
Il primo passaggio formale sarà il voto, previsto per martedì in Commissione Affari legali, dove il relatore popolare spagnolo Adrián Vázquez Lázara dovrebbe proporre la revoca dell’immunità, basandosi sul principio che questa tutela riguarda solo i reati eventualmente commessi durante il mandato parlamentare. Se il PPE dovesse votare compatto contro l’immunità, la relazione sarebbe bocciata per parità (14 contrari, 11 favorevoli), ma tale voto non è vincolante rispetto a quello finale dell’Aula.
L’ostilità di Orbán e la situazione politica ungherese
A complicare ulteriormente la situazione sono le ripetute provocazioni del governo ungherese, che negli ultimi giorni ha intensificato gli attacchi contro Salis. Il portavoce Zoltan Kovacs ha diffuso pubblicamente le coordinate del carcere di Márianosztra, dove Salis è stata detenuta, mentre Orbán l’ha definita “terrorista” senza citarla direttamente. Questi attacchi, se da un lato riflettono la linea dura del premier ungherese, dall’altro potrebbero consolidare il fronte dei popolari euroscettici contrari a Orbán, favorendo una compattezza interna del PPE a sostegno di Salis.
L’iter per la revoca dell’immunità è partito ufficialmente il 23 gennaio 2025 e segue la richiesta del governo ungherese risalente allo scorso ottobre, subito dopo che Salis aveva criticato apertamente la presidenza ungherese del Consiglio UE. Per i suoi sostenitori, la richiesta è un chiaro atto di persecuzione politica, mentre per Budapest si tratta di un procedimento legale giustificato.






