Caracas, 20 dicembre 2025 – Il ministro degli Esteri venezuelano, Yván Gil, ha risposto con durezza alle recenti accuse del segretario di Stato statunitense Marco Rubio, definendolo un “bugiardo patologico” e accusandolo di nutrire un “odio malato” verso l’America Latina. La risposta è giunta tramite un messaggio su Telegram, poche ore dopo che Rubio aveva ribadito l’intenzione dell’amministrazione Trump di istituire un blocco navale contro le petroliere venezuelane, definendo il governo di Nicolás Maduro un “regime illegittimo” complice del terrorismo.
La replica di Yván Gil alle accuse di Marco Rubio
Il ministro Gil ha contrattaccato affermando che Rubio non difende gli interessi degli USA, ma quelli delle “mafie di Miami” che finanziano la sua carriera politica. Secondo il cancelliere venezuelano, la retorica aggressiva e le minacce di sanzioni sono strumenti utilizzati per mascherare il vero obiettivo di Washington: “rubare il petrolio e le risorse del Venezuela“. La polemica si inserisce in un contesto di crescenti tensioni tra Caracas e Washington, dove la questione energetica e le accuse di terrorismo rappresentano punti di forte attrito.
Contesto geopolitico e dichiarazioni di Rubio
Marco Rubio, che dal gennaio 2025 ricopre la carica di segretario di Stato degli Stati Uniti nella seconda amministrazione Trump, è noto per la sua posizione intransigente verso i governi latinoamericani ritenuti autoritari, in particolare quello venezuelano. Durante il bilancio di fine anno, Rubio ha ribadito la volontà di attuare misure drastiche, tra cui il blocco navale, per contrastare le esportazioni petrolifere venezuelane e isolare diplomaticamente il regime di Maduro. Questa linea dura si accompagna a una narrativa che definisce il governo venezuelano come un complice del terrorismo internazionale, con l’obiettivo di giustificare l’intensificazione delle pressioni economiche e politiche su Caracas.
Il confronto verbale tra i due esponenti politici riflette la fase di forte tensione nei rapporti tra USA e Venezuela, in cui la questione energetica e la lotta per l’influenza geopolitica in America Latina restano al centro delle strategie di entrambe le parti.






