Mosca, 3 dicembre 2025 – In un contesto internazionale ancora segnato dalla complessità del conflitto ucraino, il presidente russo Vladimir Putin non ha respinto in modo netto il piano di pace statunitense presentato al Cremlino da Steve Witkoff e Jared Kushner. Tuttavia, come ha chiarito il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, alcune delle proposte contenute nel piano sono state accolte positivamente, mentre altre sono state definite inaccettabili. Attualmente, le due potenze stanno portando avanti un lavoro approfondito a livello di esperti, che costituirà la base per futuri contatti a livello più alto.
L’incontro al Cremlino e la valutazione russa del piano americano
Il piano statunitense, sviluppato sotto l’egida dell’amministrazione Trump e negoziato da Steve Witkoff, figura chiave nella diplomazia non convenzionale di Washington, presenta diverse proposte per cercare di porre fine al conflitto in Ucraina. Nonostante alcune parti siano state accolte dalla Russia, come indicato da Peskov, altre risultano “non accettabili”, senza però specificarne i dettagli. La Russia ha presentato al suo interlocutore statunitense una propria controproposta, che prevede un cessate il fuoco subordinato alla cessione di territori come il Donbass da parte di Kiev.
L’Europa senza gas russo: gli effetti secondo il Cremlino
Le dichiarazioni arrivate da Mosca riportano al centro del dibattito uno dei temi energetici più delicati degli ultimi anni: la progressiva uscita dell’Unione europea dalla dipendenza dal gas russo. Il Cremlino sostiene che questa scelta non rappresenti un semplice cambio di fornitore, ma un passaggio che potrebbe segnare il futuro della competitività economica del continente.
Per Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, l’allontanamento dell’Ue dal gas proveniente dalla Russia non farà che intensificare un trend già evidente: la perdita graduale della leadership economica europea. Secondo Mosca, puntare su forniture alternative significherebbe accettare costi energetici più elevati, in alcuni casi molto superiori ai prezzi del gas russo. Un cambiamento che, a detta di Peskov, rischia di tradursi in energia più cara per imprese e cittadini, con inevitabili ripercussioni sulla competitività e sulla solidità dell’economia europea.
La corruzione nell’Ue
Nelle stesse ore da Mosca è arrivato un commento anche sul caso di corruzione che coinvolge figure di primo piano nelle istituzioni europee, tra cui l’ex rappresentante della diplomazia Ue, Federica Mogherini. Peskov ha definito la vicenda un “affare interno” dell’Unione, ribadendo che episodi di questo tipo possono emergere in qualsiasi paese o organizzazione.
Il portavoce ha inoltre sottolineato che la corruzione è un fenomeno universale, gestito con efficacia diversa a seconda dei sistemi istituzionali. Per quanto riguarda la Russia, ha assicurato che le politiche anticorruzione vengono portate avanti in modo costante e strutturato.
Per approfondire: Ue, accordo sullo stop graduale al gas russo: divieto totale entro il 2027






