Roma, 12 novembre 2025 – È stato pubblicato postumo il memoir di Virginia Giuffrè, intitolato “Nobody’s Girl”, un libro che rappresenta l’ultimo, coraggioso gesto di una donna che ha lottato contro un sistema di abusi e potere. Virginia, suicidatasi lo scorso aprile all’età di 41 anni in Australia, ha lasciato un racconto dettagliato e agghiacciante della sua vita segnata da violenze, sfruttamento e una lotta senza quartiere contro figure di altissimo profilo, da Jeffrey Epstein a Ghislaine Maxwell, fino al principe Andrea di York.
Il racconto di una vita spezzata e la lotta contro il sistema Epstein-Maxwell
Virginia Giuffrè, come emerge dal memoir scritto in collaborazione con la giornalista Amy Wallace, ha vissuto un’infanzia e un’adolescenza profondamente segnate da abusi sessuali, prima in famiglia e poi da parte di personaggi potenti che l’hanno sfruttata e manipolata. Nel libro emerge che fu proprio a 16 anni, nel 2000, nel resort di Mar-a-Lago di Donald Trump, che la giovane incontrò per la prima volta Ghislaine Maxwell, la donna britannica divenuta complice e braccio destro di Epstein nel traffico di ragazze minorenni.
“Ghislaine non si limitava a procurare le ragazze a Epstein, ma abusava anche lei stessa di loro”, racconta la ghostwriter Amy Wallace. Maxwell, condannata nel 2022 a 20 anni di carcere per adescamento di minori e traffico sessuale, rappresenta uno dei volti più oscuri di questa vicenda. Virginia fu abusata in molte occasioni, anche da uomini di altissimo rango, tra cui il principe Andrea, a cui fu tolto il titolo reale dopo le accuse.
Il memoir descrive inoltre un episodio inquietante: Virginia compare in una delle email di Epstein pubblicate dai Democratici della commissione di vigilanza della Camera come la ragazza con cui Donald Trump avrebbe trascorso “ore” a casa del finanziere. Virginia, tuttavia, non aveva mai parlato in dettaglio del rapporto con Trump, limitandosi a definirlo una persona di cui era “fan”, soprattutto per la promessa di rendere pubblici i nomi dei potenti coinvolti nel sistema Epstein.

Un’eredità dolorosa e un grido di giustizia
Virginia Giuffrè ha tentato in più occasioni di ricostruirsi una vita lontana da quel mondo di abusi: si sposò, ebbe figli, emigrò in Australia, ma il peso degli orrori subiti restò insopportabile. Nel marzo 2023, poco prima della sua morte, aveva denunciato pubblicamente abusi subiti anche dal marito, segno che il coraggio di raccontare il suo incubo non l’aveva mai abbandonata.
Il memoir è una testimonianza cruda e senza filtri, che si apre con il racconto degli abusi subiti da bambina da parte del padre, e si snoda attraverso l’inferno vissuto con Epstein e Maxwell, fino a toccare il coinvolgimento di altri uomini potenti, tra cui un “noto primo ministro” il cui nome è stato volutamente omesso per timore di ritorsioni.
Amy Wallace ha spiegato che Virginia voleva che il mondo fosse un posto più sicuro, capace di ascoltare e credere alle vittime. Il libro è anche una descrizione della complessità di una donna che, nonostante tutto, ha trovato la forza di rialzarsi e di lottare fino alla fine.
L’eredità di Virginia Giuffrè continua a scuotere le istituzioni e l’opinione pubblica: il caso Epstein-Maxwell ha già portato a significative conseguenze, come la rinuncia del principe Andrea ai titoli reali, ma la battaglia per la giustizia e la verità è lungi dall’essere conclusa. Il memoir “Nobody’s Girl” rappresenta un documento essenziale per comprendere la portata della manipolazione e dello sfruttamento di cui Virginia è stata vittima e per mantenere alta l’attenzione su un fenomeno che coinvolge ancora oggi centinaia di vittime silenziose.






