Roma, 27 ottobre 2025 – In un momento di alta tensione nel Medio Oriente, il leader di Hezbollah, Naim Qasem, ha rilasciato una dichiarazione chiara e decisa riguardo alla posizione del movimento libanese nei confronti di Israele. Intervistato da Al Manar, emittente televisiva vicina al partito sciita, Qasem ha sottolineato che Hezbollah non intende aprire un conflitto armato diretto con Israele, ma ha ribadito il rifiuto di disarmarsi, nonostante le pressioni di Tel Aviv, Washington e del governo libanese.
La posizione di Hezbollah sul conflitto con Israele
Nel corso dell’intervista, Qasem ha spiegato che Hezbollah non ha intenzione di avviare battaglie contro Israele, ma ha avvertito che, qualora fosse costretto, combatte “fino all’ultimo respiro“. In riferimento alla richiesta di smantellare l’arsenale militare del gruppo, il leader ha ricordato che dopo l’accordo di cessate il fuoco dello scorso novembre, il potere difensivo è passato allo Stato libanese, che ora è responsabile della sovranità e della prevenzione delle aggressioni. Tuttavia, ha aggiunto, la resistenza armata di Hezbollah rimane essenziale a causa delle “incapacità dell’esercito di fronteggiare tutte le aggressioni“, sottolineando la necessità di un coordinamento tra esercito e milizia per contrastare le azioni israeliane.
Qasem ha altresì avvertito contro i tentativi di disarmo, definendo la resistenza come un “diritto legittimo” che resterà attuale finché persisteranno aggressioni e minacce.
La tregua e le tensioni al confine
Nonostante le continue azioni militari israeliane in Libano, Hezbollah ha deciso di non violare la tregua attualmente in vigore, consapevole che una reazione immediata potrebbe essere interpretata come una rottura dell’accordo e fornirebbe a Israele un pretesto per ulteriori attacchi. Questa posizione riflette l’equilibrismo di Hassan Nasrallah, recentemente scomparso, che aveva sempre cercato di evitare un’escalation aperta del conflitto, pur mantenendo una postura di fermezza contro l’occupazione israeliana.
Il contesto regionale rimane estremamente volatile: mentre a Gaza prosegue la sanguinosa guerra tra Israele e Hamas, con migliaia di vittime e feriti, il confine settentrionale rimane un focolaio di tensione, con Hezbollah che continua a sostenere l’alleato palestinese senza però scatenare un conflitto generalizzato. Le recenti operazioni israeliane contro militanti di Hezbollah nel sud del Libano e gli attacchi contro infrastrutture del gruppo indicano che la situazione è tutt’altro che stabile, con un rischio sempre presente di escalation.






