28 dicembre 2025 – Naim Qassem, segretario generale di Hezbollah, ha rilasciato un discorso televisivo nel quale ha respinto fermamente le richieste di disarmo rivolte al movimento, sottolineando che tale richiesta è «illogica finché continueranno gli attacchi israeliani». Le parole di Qassem sono state riportate dall’agenzia L’Orient Le Jour.
Hezbollah e la resistenza armata: la posizione di Naim Qassem
Nel discorso, Qassem ha chiarito che il disarmo di Hezbollah sarebbe parte di un piano più ampio volto a «ritirare la potenza militare» del movimento e a indebolirne il potere economico e sociale. Egli ha indicato come obiettivi di questo piano anche la divisione interna tra Hezbollah e il Movimento Amal, l’alimentazione di discordie tra esercito, resistenza e popolo libanese, e il mantenimento dell’occupazione israeliana del Sud del Libano. Secondo Qassem, l’eventuale disarmo consentirebbe inoltre attacchi in tutto il Libano senza supervisione o responsabilità.
Il leader di Hezbollah ha quindi rivolto un appello a Israele affinché «cessi le sue aggressioni – via terra, mare e aria – e le attività di spionaggio», oltre a ritirarsi completamente dal territorio libanese, rilasciare i prigionieri e permettere l’avvio della ricostruzione, soprattutto nel Sud del Libano. Solo dopo questi passi, ha precisato, si potrà discutere di ulteriori fasi, incluso il disarmo.
Contesto regionale
Il rifiuto di Hezbollah di disarmarsi si inserisce in un contesto di forte tensione regionale. Negli ultimi mesi Israele ha intensificato gli attacchi alle infrastrutture iraniane, colpendo siti nucleari e militari, e l’Iran ha risposto con attacchi missilistici contro Israele. Il conflitto ha provocato centinaia di morti e feriti ed è accompagnato da un aumento delle tensioni lungo il confine libanese, dove Hezbollah continua a mantenere una presenza militare significativa.
Hezbollah, nato negli anni ’80 come milizia sciita e oggi anche partito politico, mantiene una posizione centrale nella politica e nella sicurezza del Libano, con un’ala militare che rappresenta una delle più potenti nella regione, sostenuta dall’Iran. La sua strategia di resistenza contro Israele e il suo rifiuto di disarmarsi finché persistono le aggressioni si riflettono nelle parole di Qassem, che evidenziano come la questione del disarmo rimanga strettamente legata agli sviluppi del conflitto con Israele e alla sicurezza del Libano meridionale.






