Prosegue tra tensioni e ripensamenti la missione della Global Sumud Flotilla, la più grande iniziativa umanitaria marittima mai organizzata, partita da diversi porti del Mediterraneo con l’obiettivo di rompere il blocco israeliano e portare aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza. Dopo la ripartenza da Creta, dove le imbarcazioni si sono dirette per evitare una tempesta, il numero delle navi attive è sceso a meno di cinquanta, ma l’intento di raggiungere Gaza resta fermo nonostante defezioni e rischi crescenti.
Tajani e il governo italiano: appello alla prudenza e mediazione diplomatica
La portavoce della delegazione italiana del Global Movement to Gaza, Maria Elena Delia, appena rientrata in Italia, ha confermato al ministro degli Esteri Antonio Tajani la volontà di proseguire la missione, pur mostrando apertura a negoziare un corridoio umanitario permanente per gli aiuti a Gaza. Il ministro ha ribadito il suo invito a non forzare il blocco navale, definendolo “pericoloso” e sottolineando che né la Marina italiana né l’agenzia europea Frontex garantiranno scorte alle imbarcazioni. Tajani ha inoltre informato la premier Giorgia Meloni dell’evoluzione della situazione e ha dichiarato che il governo continuerà a sollecitare Israele per la tutela dei manifestanti.
Tajani ha dichiarato anche: “Speriamo che le cose vadano nel verso giusto, c’è sempre tempo per ripensarci”, riferendosi alla decisione della Flotilla di proseguire la navigazione verso Gaza nonostante le tensioni e le minacce di Israele. Il ministro ha inoltre sottolineato la sua disponibilità al dialogo, anche con chi lo critica: “Io sono sempre pronto a parlare, anche con chi mi attacca”.
Un’opzione privilegiata dal governo italiano resta quella proposta dal Patriarcato latino di Gerusalemme, che prevede lo sbarco della flotta a Cipro. Da lì, il patriarca Pierbattista Pizzaballa dovrebbe garantire il trasferimento degli aiuti tramite il porto di Ashdod, in Israele, fino alla Striscia attraverso il corridoio umanitario aperto dalle Misericordie Amalthea. Tuttavia questa soluzione non sembra al momento accettata dalla Flotilla, che preferisce mantenere la rotta diretta.
L’incontro con il ministro Crosetto
Nel pomeriggio di oggi la delegazione italiana del Global Movement to Gaza è stata ricevuta dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. Il ministro ha espresso le sue preoccupazioni riguardo alla missione, sottolineando i rischi che una simile azione potrebbe comportare, soprattutto se si tentasse di forzare il dispositivo militare israeliano.
Crosetto ha dichiarato che, pur riconoscendo che l’obiettivo dichiarato della Flotilla sia di aiutare il popolo di Gaza, è fondamentale che questo impegno non si traduca in azioni che non porterebbero a risultati concreti. “Qualora la Sumud Flotilla decidesse di intraprendere azioni per forzare un blocco navale si esporrebbe a pericoli elevatissimi e non gestibili, visto che parliamo di barche civili che si pongono l’obiettivo di ‘forzare’ un dispositivo militare“. Il ministro ha evidenziato l’alto rischio di conseguenze drammatiche derivanti da un confronto diretto con le forze di difesa israeliane. “Andiamo avanti“, è stata la riposta della portavoce Maria Elena Delia.
Nel corso del colloquio, Crosetto ha ribadito che la priorità del governo italiano resta la sicurezza e l’impiego di canali umanitari e diplomatici già attivi per un sostegno efficace alla popolazione di Gaza. Il ministro ha ricordato che tutte le istituzioni italiane, dal Presidente della Repubblica al Governo, stanno esercitando un forte impegno diplomatico e operativo per favorire il senso di responsabilità e prevenire azioni che possano degenerare in incidenti gravi.
A tal proposito, Crosetto ha annunciato l’innalzamento del livello di allerta operativa nelle basi italiane all’estero, con particolare attenzione alla protezione del personale militare italiano, in un contesto internazionale sempre più teso, anche a seguito dei recenti raid militari in Medio Oriente.
La Global Sumud Flotilla tra sfide tecniche e minacce militari
Le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, composta da attivisti provenienti da 44 Paesi e da oltre 15.000 partecipanti registrati, hanno dovuto affrontare condizioni meteo avverse già nelle prime settimane di navigazione, con soste forzate a Minorca, Maiorca e Creta, e problemi tecnici come guasti elettrici e infiltrazioni d’acqua. Sul piano della sicurezza, le navi sono state seguite da droni non identificati e hanno subito attacchi con droni israeliani in acque internazionali, episodi che hanno spinto il ministro della Difesa Guido Crosetto ad inviare una nave militare italiana a monitorare la situazione da distanza di sicurezza.
La presenza di quattro parlamentari italiani a bordo – le eurodeputate Annalisa Corrado (PD) e Benedetta Scuderi (EV), il deputato Arturo Scotto (PD) e il senatore Marco Croatti (M5S) – ha acceso ulteriormente il dibattito politico in Italia, con richieste di maggiore tutela e protezione diplomatica rivolte al governo. L’attenzione è alta anche per la posizione di Frontex, che ha chiarito di non avere competenze né capacità operative per fornire scorte alle navi civili della Flotilla.
Gli aggiornamenti continuano a susseguirsi mentre la Flotilla mantiene la sua rotta verso sud, verso una meta che resta al centro di tensioni geopolitiche e umanitarie di vastissima portata.
Dove si trova la Global Sumud Flotilla?
È possibile scoprire la posizione in tempo reale delle navi sfruttando l’apposito live tracker.






