Tunisi, 14 settembre 2025 – La partenza della Global Sumud Flotilla dalla Tunisia registra un avvio rallentato, con solo due imbarcazioni effettivamente salpate dal porto di Biserta. Le barche “Marinate” e “All In”, con a bordo partecipanti provenienti da Turchia, Spagna, Polonia e Algeria, sono le sole ad aver lasciato il porto ieri, mentre la “Family”, la nave più grande della flottiglia, è ancora ormeggiata. Le altre imbarcazioni attraccate anche a Sidi Bou Said e Gammarth, entrambe località nei pressi di Tunisi, rimangono ferme in porto.
Problemi tecnici e carenza di carburante frenano la flottiglia
Secondo quanto riportato dall’attivista Raouf Farrah, diversi problemi tecnici e guasti meccanici hanno impedito la partenza di molte imbarcazioni, determinando anche una significativa riduzione dei posti disponibili. Questo ha costretto gli organizzatori a rivedere con urgenza l’assegnazione delle delegazioni, un processo reso ancor più complesso dalla carenza di carburante. La partenza delle navi più grandi attraccate a Biserta è prevista per la giornata odierna.
Una volta in mare, le circa venti barche partite dalla Tunisia si uniranno alle diciotto imbarcazioni partite dal porto di Augusta, in Sicilia, e alle sei provenienti dalla Grecia, per formare la Flotilla che si dirige verso Gaza.
Perché la Global Sumud Flotilla è rimasta così a lungo in Tunisia?
La Global Sumud Flotilla ha trascorso più tempo del previsto in Tunisia a causa di una serie di fattori. Come ha spiegato l’inviata di Al Jazeera Fahmida Miller, le ragioni principali riguardano sicurezza, manutenzione e questioni logistiche.
Sul fronte della sicurezza, due delle imbarcazioni – la Family e la Alma – sono state attaccate nelle notti di lunedì e martedì mentre si trovavano ormeggiate a Sidi Bou Said, vicino a Tunisi. In entrambi gli episodi nessuno è rimasto ferito, ma l’accaduto ha suscitato forti preoccupazioni tra gli organizzatori per l’incolumità di passeggeri ed equipaggi, oltre che per l’integrità delle navi.
A pesare ci sono stati anche i problemi di manutenzione. Alcune imbarcazioni, partite da Barcellona all’inizio di settembre, necessitavano infatti di interventi di riparazione e controlli tecnici dopo giorni di navigazione in condizioni non sempre favorevoli. All’origine c’è il numero elevato di navi coinvolte: erano almeno 21 quelle partite dalla Spagna all’inizio del mese.
Infine, non sono mancati gli ostacoli di natura burocratica e logistica, che hanno contribuito a rallentare ulteriormente la partenza. Tuttavia, nelle ultime ore altre imbarcazioni si sono aggiunte alla flottiglia in Tunisia, e altre ancora si uniranno a breve in arrivo dalla Sicilia e dalla Grecia, rendendo il convoglio più numeroso in vista della rotta verso Gaza.
Scotto sulla Flotilla: “Verso Gaza sulle note di Bella Ciao”
“Finalmente partiti”. Con queste parole il deputato del Partito Democratico Arturo Scotto racconta la partenza della Karma, imbarcazione della flotta “Tutti gli Occhi sul Mediterraneo” (Tom), salpata da Augusta ieri pomeriggio alle 16. La partenza è stata accompagnata dalle note di Bella Ciao, simbolo di resistenza e libertà.
La Karma è una barca abitualmente impegnata nel salvataggio, nella segnalazione e nell’assistenza ai migranti nel Mediterraneo. La sua presenza nella Flotilla è un omaggio dell’Arci a Tom Benettollo, figura di riferimento del pacifismo italiano.
A bordo si trovano otto persone: Annalisa, Paolo, Margherita, Giacomo, Mirta, Saverio, Yassin e lo stesso Scotto. “Esperienze e generazioni diverse che si sono incrociate in questa avventura inedita”, scrive l’esponente Dem in un articolo pubblicato su Compagno è il mondo.
La barca a vela trasporta quasi mezza tonnellata di aiuti destinati alla popolazione di Gaza. “È una goccia nel mare rispetto al fabbisogno reale”, ammette Scotto, “ma le diciannove barche che partono dall’Italia, insieme a quelle salpate da Barcellona e passate per Tunisi, costituiscono la più grande missione umanitaria degli ultimi decenni”.
Il viaggio richiederà almeno dieci giorni di navigazione prima di raggiungere le coste della Striscia. “La parte più complessa era riuscire a mettere le barche a mare”, racconta Scotto. “Ora che costeggiamo la Sicilia orientale e ci avviciniamo a Porto Palo, sembra tutto meno difficile. Perché il vento ha cominciato a soffiare forte”.
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