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Home Esteri

Global Sumud Flotilla, gli attivisti fermati saranno trasferiti nel carcere di Ketziot

Imbarcazioni della Global Sumud Flotilla intercettate da Israele: tensioni internazionali e proteste in Italia. Tutti gli aggiornamenti

by Federico Liberi
2 Ottobre 2025
Abbordaggio delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla

Abbordaggio delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla | canale Telegram Global Sumud Flotilla - alanews

La Flotilla diretta verso Gaza è stata fermata a meno di 70 miglia dalla costa da unità militari israeliane. La Marina ha intercettato circa 40 delle 47 imbarcazioni partite, impedendo loro di avvicinarsi ulteriormente.

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno precisato che, a differenza di quanto sostenuto da alcuni attivisti sulla base di tracciamenti considerati errati, nessuna delle navi è riuscita a entrare nelle acque sotto controllo israeliano davanti alla Striscia. Rimane però un’incognita sulla Mikeno, un’imbarcazione con cui gli organizzatori hanno perso ogni contatto.

Tra le persone fermate figurano anche 40 cittadini italiani, che saranno condotti al porto di Ashdod prima di essere espulsi. In un messaggio diffuso su X, il ministero degli Esteri israeliano ha rassicurato sulle loro condizioni: “Greta e i suoi amici sono sani e salvi”.

Global Sumud Flotilla
Global Sumud Flotilla | canale Telegram Global Sumud Flotilla – alanews.it

Gli attivisti della Flotilla trasferiti nel carcere di Ketziot

Gli attivisti della Flotilla (tra i quali ci sono anche reporter e parlamentari) sono sbarcati nel porto di Ashdod e sono stati consegnati alla polizia israeliana. Secondo quanto stabilito dalle autorità, saranno poi trasferiti con mezzi delle forze di sicurezza e del servizio penitenziario al carcere di Ketziot, nel deserto del Negev, a sud-ovest di Beer Sheba.

Il piano operativo, predisposto dal capo della polizia Dany Levi, prevede l’impiego di circa 600 agenti. Una volta giunti a Ketziot, gli attivisti verranno presi in carico dal personale carcerario.

Coloro che rifiuteranno di accettare l’espulsione saranno giudicati da un tribunale speciale composto da funzionari del ministero dell’Interno, incaricato di trattare i casi di ingresso illegale, e non da una corte ordinaria.

Secondo quanto riferito dai legali della Flotilla Italia, in carcere ogni attivista riceverà un documento tramite il quale dovrà dichiarare la propria responsabilità per l’ingresso irregolare in Israele e accettare l’espulsione. Qualora decidessero di firmarlo, la loro permanenza nel Paese sarebbe ridotta al minimo e potrebbero essere rimpatriati in tempi rapidi.

Parallelamente, il team legale di Adalah – che segue a livello internazionale il gruppo di attivisti – ha intensificato i contatti sia con le autorità israeliane sia con i fermati sbarcati al porto di Ashdod. Gli avvocati hanno inoltre ricevuto il via libera per accedere direttamente all’area portuale, in modo da incontrare i propri assistiti e seguire da vicino lo sviluppo della vicenda.

Dal porto turco di Arsuz salpano 45 imbarcazioni in sostegno alla Flotilla

Dal porto di Arsuz, nel sud-est della Turchia, sono partite 45 imbarcazioni civili dirette verso il Mediterraneo orientale con l’obiettivo di manifestare solidarietà alla Global Sumud Flotilla.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Sabah, le imbarcazioni trasportano numerosi attivisti che hanno scelto di unirsi simbolicamente alla missione, mostrando il proprio sostegno alla causa palestinese. Un video diffuso dal giornale mostra decine di barche in mare, mentre i partecipanti sventolano bandiere turche e palestinesi in segno di fratellanza e vicinanza.

L’iniziativa rappresenta un ulteriore gesto di mobilitazione civile a livello internazionale dopo l’abbordaggio della Flotilla da parte delle forze israeliane.

Onu, il vice portavoce di Guterres: “La priorità è che gli attivisti fermati non subiscano alcun danno”

Farhan Haq, vice portavoce del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, ha dichiarato che la priorità delle Nazioni Unite è garantire che gli attivisti della Global Sumud Flotilla, intercettata da Israele mentre era diretta a Gaza, “non subiscano alcun danno”.

“Ci auguriamo – ha aggiunto – che vengano trattati in modo equo, con pieno rispetto dei loro diritti e della loro dignità”.

Haq ha ribadito che l’Onu sostiene ogni sforzo volto a far arrivare assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza, pur riconoscendo che Israele ha espresso «preoccupazioni di sicurezza» legate all’iniziativa della flottiglia. “Ciò che conta – ha concluso – è che i civili siano trattati con giustizia e non vengano messi in pericolo”.

Proteste in Italia per la Flotilla

La vicenda ha avuto immediate ripercussioni politiche e sociali in Italia. Usb e Cgil hanno proclamato per domani, venerdì 3 ottobre, uno sciopero generale in solidarietà con la popolazione di Gaza. Intanto, i movimenti pro-palestinesi hanno già organizzato azioni di protesta: a Napoli i manifestanti hanno bloccato la circolazione ferroviaria, mentre a Torino, Roma e Milano si sono registrati momenti di tensione con le forze dell’ordine. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha criticato l’iniziativa: “Bloccare le stazioni non aiuta il popolo palestinese”. Nel pomeriggio il Governo riferirà alla Camera sulla situazione in Medio Oriente.

Hamas: “Non abbiamo legami con gli uomini arrestati a Berlino”

Sul fronte internazionale, Hamas ha diffuso una nota per smentire qualsiasi legame con i tre uomini arrestati a Berlino, sospettati di aver cercato armi per possibili attacchi contro obiettivi israeliani ed ebraici in Germania. “Si tratta di accuse infondate – sostiene il movimento – mirate a danneggiare la nostra immagine e a ridurre il sostegno del popolo tedesco alla causa palestinese”. Hamas ribadisce che la propria lotta rimane circoscritta al territorio palestinese e all’occupazione israeliana.

Un intreccio di tensioni diplomatiche, sicurezza internazionale e mobilitazioni popolari che rischia di accrescere ulteriormente la portata del conflitto e di alimentare un clima di crescente instabilità in Europa.

Gli attivisti rischiano di affrontare dure condizioni detentive

Secondo Omer Shatz, docente israeliano di diritto internazionale presso Sciences Po a Parigi, gli attivisti della Global Sumud Flotilla fermati dalla marina israeliana rischiano di affrontare condizioni detentive molto più dure rispetto al passato. A differenza delle precedenti missioni, quando i partecipanti venivano trattenuti in strutture ordinarie, questa volta potrebbero essere destinati a un penitenziario di massima sicurezza.

Il carcere di Ketziot

Parlando della prigione di Ketziot, situata nel sud di Israele, Shatz ha spiegato che si tratta di un istituto noto per le sue misure restrittive e per le condizioni particolarmente severe, solitamente riservato a detenuti considerati ad alto rischio e non a persone trattenute per motivi legati all’immigrazione o a iniziative civili. La scelta di rinchiudere lì gli attivisti sarebbe legata soprattutto a questioni logistiche, poiché gestire centinaia di fermi in strutture diverse risulterebbe complesso per le autorità israeliane.

Crescono i timori per il trattamento degli attivisti

Negli ultimi giorni alcuni esponenti politici israeliani, tra cui il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, hanno proposto che i partecipanti alla flottiglia siano sottoposti a periodi di detenzione prolungata. Un’ipotesi che alimenta ulteriori preoccupazioni tra le organizzazioni per i diritti umani. L’associazione israeliana Adalah ha infatti espresso timori concreti sul fatto che gli attivisti possano subire un trattamento più duro rispetto alle precedenti missioni marittime, segnando un potenziale cambio di approccio da parte dello Stato ebraico.

I Verdi europei contro l’intercettazione della Global Sumud Flotilla: “Violazione del diritto internazionale”

Il Partito Verde europeo ha espresso una ferma condanna nei confronti di Israele per l’intercettazione della Global Sumud Flotilla. Secondo i Verdi, l’azione che ha portato al sequestro di tutte le imbarcazioni, tranne una, rappresenta una chiara violazione del diritto internazionale.

La posizione dei Verdi europei

In un comunicato ufficiale, la copresidente Vula Tsetsi ha dichiarato che impedire il passaggio degli aiuti umanitari e ridurre al silenzio gli osservatori indipendenti è “inaccettabile”. Ha inoltre rivolto un appello urgente alle istituzioni europee e ai governi nazionali affinché intervengano immediatamente per garantire la sicurezza e il rilascio di tutti i passeggeri delle navi.

Qatar: “Rilasciare subito i detenuti della Flotilla”

Il ministero degli Esteri del Qatar ha duramente criticato l’intercettazione da parte di Israele delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, definendo il sequestro di massa un pericolo per la sicurezza marittima e per la libertà di navigazione.

In una nota ufficiale, Doha ha chiesto l’immediata liberazione di tutti gli attivisti trattenuti e ha sollecitato che i responsabili dell’operazione vengano chiamati a rispondere delle proprie azioni.

Il comunicato ribadisce inoltre l’appello del Qatar alla comunità internazionale affinché si assuma le proprie responsabilità morali e giuridiche, adottando misure concrete contro quelle che vengono definite continue violazioni del diritto internazionale da parte delle autorità israeliane nei Territori occupati.

Infine, il ministero ha sottolineato la necessità di garantire che gli aiuti umanitari possano raggiungere in modo sicuro, costante e senza ostacoli l’intera Striscia di Gaza.

Amnesty denuncia l’intercettazione della Flotilla: “Atto illegale”

Amnesty International ha condannato con fermezza l’intercettazione da parte di Israele della Global Sumud Flotilla e la detenzione degli attivisti a bordo, definendola un’azione illegittima volta a punire chi manifesta solidarietà verso Gaza, dove l’organizzazione sostiene che Israele stia compiendo un genocidio.

“La presa di controllo delle imbarcazioni della Flotilla e la detenzione dei membri dell’equipaggio al largo della costa di Gaza rappresentano un attacco sfacciato contro attivisti impegnati in una missione umanitaria completamente pacifica”, ha dichiarato Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty, in una nota.

Callamard ha sottolineato che l’operazione segue settimane di minacce e incitazioni da parte di funzionari israeliani nei confronti della Flotilla e dei suoi partecipanti, nonché numerosi tentativi di sabotaggio di alcune delle navi.

“Bloccando attivamente l’arrivo di aiuti essenziali a una popolazione contro la quale Israele sta commettendo genocidio, compiendo persino azioni che provocano carestia, Tel Aviv dimostra ancora una volta il proprio disprezzo per le decisioni vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia e per i suoi obblighi, in quanto potenza occupante, di garantire ai palestinesi di Gaza l’accesso a cibo sufficiente e ad assistenza umanitaria salvavita”, ha aggiunto la dirigente di Amnesty.

Tags: GazaGlobal Sumud FlotillaIsraele

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