Washington, 10 dicembre 2025 – Gli Stati Uniti hanno confermato il sequestro di una grande petroliera al largo delle coste venezuelane, un’azione che si inserisce in un contesto di crescenti tensioni tra Washington e Caracas. La notizia è stata resa nota dallo stesso presidente Donald Trump, che ha definito la nave come la più grande mai sequestrata dagli Stati Uniti.
Il sequestro della petroliera
L’operazione di sequestro, condotta dalla Guardia Costiera statunitense, è avvenuta in un momento in cui gli Stati Uniti hanno rafforzato la loro presenza militare nella regione, dispiegando una portaerei, aerei da combattimento e diverse migliaia di soldati. Fonti ufficiali statunitensi, citate dalla Reuters, non hanno rivelato il nome della petroliera né il luogo esatto dell’intercettazione.
Questo intervento rappresenta una novità significativa, considerando che fino ad ora Washington aveva evitato di ostacolare direttamente i flussi petroliferi provenienti dal Venezuela, nonostante le crescenti pressioni sul presidente venezuelano Nicolás Maduro. Le esportazioni di petrolio costituiscono la principale fonte di reddito per il Paese sudamericano, che ha esportato oltre 900.000 barili al giorno nel mese scorso, segnando la terza media mensile più alta dell’anno. Tale produzione è stata favorita dall’importazione di nafta da parte della compagnia statale Pdvsa per diluire il petrolio extra pesante estratto.
Le tensioni tra Washington e Caracas
L’azione degli Stati Uniti avviene in un clima di forti tensioni politiche e diplomatiche. Recentemente, l’amministrazione americana ha designato il cosiddetto Cartello dei Soli come organizzazione terroristica internazionale, includendo nel provvedimento anche il presidente venezuelano Nicolás Maduro e alti esponenti del suo governo, accusati di essere a capo di un gruppo criminale responsabile di violenza terroristica nell’emisfero occidentale. Caracas ha respinto fermamente queste accuse, definendole prive di fondamento.
Le difficoltà del Venezuela a vendere il proprio petrolio a prezzo pieno, soprattutto in Cina – sua principale destinazione – sono aggravate dalla concorrenza del petrolio russo e iraniano, entrambi sottoposti a sanzioni internazionali. Il sequestro della petroliera rappresenta quindi un ulteriore passo nella strategia statunitense di pressione economica e politica sul regime di Maduro, in un contesto di crescente instabilità regionale.
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