Ankara, 30 ottobre 2025 – Un gruppo di 81 soccorritori turchi dell’Agenzia statale per i disastri e le emergenze (Afad) è ancora bloccato al confine tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, in attesa del permesso da parte di Israele per poter entrare nella zona. Il via libera tarda ad arrivare nonostante l’accordo di cessate il fuoco raggiunto nelle scorse settimane tra le parti in conflitto.
Gaza, soccorritori turchi in stand-by al valico di Rafah
La squadra di emergenza, composta da personale specializzato nella gestione delle crisi umanitarie, si trova attualmente sul lato egiziano del valico di Rafah, storico punto d’accesso verso Gaza. Secondo fonti del ministero della Difesa turco, Israele non ha ancora concesso alcuna autorizzazione per l’ingresso nel territorio palestinese. L’attesa si protrae in un clima di incertezza, mentre la situazione umanitaria all’interno della Striscia rimane critica, con ospedali e infrastrutture gravemente danneggiati dopo mesi di conflitto.
Le tensioni nella regione continuano a essere elevate. Negli ultimi giorni, le forze israeliane hanno condotto attacchi mirati nella zona di Gaza City, colpendo un “veicolo sospetto” che aveva attraversato la linea di ritiro prevista dall’accordo di cessate il fuoco. Secondo le autorità israeliane, l’intervento era volto a neutralizzare una potenziale minaccia verso le truppe sul terreno.
Proteste in Israele contro la leva obbligatoria
Parallelamente alla situazione sul confine, in Israele è prevista una massiccia manifestazione degli ebrei ultraortodossi contrari alla leva obbligatoria nell’esercito. La protesta, che potrebbe mobilitare fino a un milione di persone a Gerusalemme, rischia di provocare blocchi stradali e disagi significativi. Si tratta della prima manifestazione unitaria di tutte le sette fazioni haredim in almeno un decennio, organizzata in risposta agli arresti degli ultimi mesi che hanno riguardato oltre 870 renitenti alla leva.
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