Gaza, 27 agosto 2025 – La situazione nella Striscia di Gaza continua a essere drammatica. Il parroco della chiesa della Sacra Famiglia, padre Gabriel Romanelli, ha lanciato un appello alla comunità internazionale descrivendo la realtà quotidiana fatta di ansia, morti e feriti dovuti ai bombardamenti incessanti. La testimonianza, diffusa in video da Vatican News, offre uno scorcio umano e profondo sulle difficoltà che la popolazione locale affronta da mesi.
La testimonianza di padre Gabriel Romanelli
Padre Romanelli, sacerdote argentino con origini italiane, da 30 anni impegnato nel Medio Oriente, vive nella Striscia di Gaza insieme a circa 450 persone tra cui religiosi e rifugiati. “Le persone sono in ansia perché i bombardamenti continuano in tutta la Striscia, particolarmente nella città di Gaza”, spiega il parroco. Nonostante la situazione estremamente critica, padre Gabriel sottolinea come il gruppo di religiosi stia cercando di fare il possibile per assistere i rifugiati, i malati, le persone con handicap e i disabili. “Pensiamo che il Signore ci stia chiedendo di continuare a servire Dio nella persona”, aggiunge, mentre auspica una cessazione delle ostilità, consapevole che “la continuazione della guerra non aiuterà”.
Il parroco è stato ferito durante un attacco israeliano lo scorso 17 luglio, quando la chiesa della Sacra Famiglia è stata colpita. Nonostante le difficoltà, mantiene stretti contatti con la comunità e riceve quotidianamente messaggi di sostegno, anche da papa Francesco, con cui ha avuto un rapporto speciale. Il Pontefice ha spesso chiamato la parrocchia e incoraggiato i fedeli, dimostrando vicinanza in questa fase di grande sofferenza.
Una comunità sotto assedio: condizioni di vita e aiuti
La chiesa della Sacra Famiglia accoglie oggi circa 500 persone, in maggioranza appartenenti alla comunità greco-ortodossa, rifugiate a causa del conflitto. Le risorse sono scarse: “Abbiamo un po’ di scorte di cibo, acqua e farmaci, ma gli aiuti arrivano solo saltuariamente”, precisa padre Romanelli. L’acqua potabile viene resa sicura con il cloro, ma i contenitori sono ormai da sostituire. La Chiesa cattolica, attraverso la Caritas Gerusalemme e il Patriarcato latino, ha finora sostenuto oltre 17 mila famiglie e continua a supportare il sistema sanitario locale.
Nonostante la difficoltà di comunicazione dovuta a interruzioni di internet e linee telefoniche, il parroco mantiene viva la speranza e invita tutti a pregare per Gaza e per la pace.






