Diverse nazioni arabe hanno avanzato proposte di modifica al piano di Donald Trump per porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza, secondo quanto riportato dall’emittente qatarina al-Arabi, citando fonti anonime. Tra i suggerimenti più rilevanti vi è l’assegnazione all’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) di un ruolo di governo immediato al cessare delle ostilità.
Richieste di modifiche al piano statunitense
Secondo il reportage, i Paesi arabi hanno evidenziato la necessità di un completo ritiro israeliano da Gaza, criticando la formulazione “ritiro graduale” giudicata troppo vaga del piano originario di Donald Trump. Inoltre, si richiede lo stop delle attività armate di Hamas, senza però imporre la restituzione delle armi, un punto che sembra essere oggetto di discussione. Il punto più importante è sicuramente quello del ruolo dell’Anp, che deve essere, secondo i Paesi arabi, immediatamente governativo.
Negli ultimi giorni, diverse proposte sono state elaborate e saranno presentate ufficialmente a Washington in vista dell’incontro previsto tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente statunitense Donald Trump, fissato per domani.
Il ruolo dell’Autorità Nazionale Palestinese e il contesto internazionale
L’Autorità Nazionale Palestinese, organismo di autogoverno palestinese nato dagli accordi di Oslo nel 1994, controlla attualmente alcune aree della Cisgiordania ma ha perso il controllo effettivo della Striscia di Gaza dal 2007, quando Hamas ne ha assunto il potere. L’attribuzione di un ruolo governativo immediato all’ANP dopo lo stop dei combattimenti rappresenterebbe un cambio significativo nella gestione politica della regione.
Il piano di Trump invece, prevederebbe l’istituzione di un governo provvisorio di transizione guidato dall’ex primo ministro britannico Tony Blair, in attesa che l’Anp compia “alcune riforme interne” e che la situazione nella Striscia si stabilizzi. Solo dopo questo periodo di tempo indefinito, l’Anp guidata da Abu Mazen riceverebbe il governo di Gaza.
Una proposta che ha sollevato diversi dubbi tra gli esperti, in quanto non è chiaro quanto tempo la Striscia sarà nelle mani di un organismo di fatto legato agli Usa e approvato da Israele, mentre l’Anp rimarrebbe relegata a ruoli minori.
Il punto di vista di padre Romanelli sulla speranza di pace
Padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, esprime il suo rammarico riguardo al recente piano di pace proposto da Donald Trump, sottolineando la difficoltà di credere a soluzioni durature in un contesto di guerra e sofferenza. Intervistato dall’ANSA, padre Romanelli ha dichiarato: “Sarà il principio della fine? Speriamo di sì, ma come tante volte ho detto la gente qui non ci crede, non nelle cose della guerra perché hanno sofferto e soffrono moltissimo, sono state date troppe false speranze”. La comunità locale si trova immersa in una realtà di bombardamenti sempre più vicini, con il cielo offuscato dal fumo della polvere e un esodo verso sud che prosegue in modo massiccio.






