Gaza, 11 dicembre 2025 – Il timore per i danni che potrebbe provocare la tempesta Byron ha spinto l’esercito israeliano a imporre misure eccezionali: soldati trattenuti nelle basi per tutto il fine settimana, esercitazioni sospese, divieto assoluto di dormire all’aperto e limitazione degli spostamenti a piedi fino all’alba di oggi. Le autorità temono venti fortissimi, piogge torrenziali e grandine. Ma è Gaza che la tempesta fa più paura.
Gaza sotto la pioggia da giorni: tende allagate e servizi al collasso
Dall’altra parte del confine, Gaza affronta il maltempo già da martedì. Migliaia di tende nei campi di sfollati sono state invase dall’acqua, mentre le infrastrutture idriche – stazioni di drenaggio e pompaggio – sono fuori uso. Le famiglie scavano canali nel fango per tentare di deviare l’acqua.
“Si sono formati piccoli fiumi intorno alle nostre tende, molte sono affondate”, racconta Sami da Khan Yunis. Secondo la protezione civile palestinese, già un migliaio di tende risultano allagate.
Campi profughi a Gaza esposti al rischio inondazioni
Le Nazioni Unite stimano che 850mila persone vivano in 761 campi profughi, i più vulnerabili agli allagamenti. Le ong chiedono a Israele di facilitare l’ingresso di aiuti e case mobili per affrontare l’emergenza, ma la questione resta terreno di scontro.
Scontro sui numeri degli aiuti: i dati non coincidono
Un’analisi dell’Associated Press sui dati del Cogat – l’organismo militare che supervisiona le attività civili nella Striscia – indica che dall’inizio del cessate il fuoco entrano in media 459 camion di aiuti al giorno, contro i 600 previsti dagli accordi. Le Nazioni Unite segnalano cifre ancora più basse: appena 113 camion.
Il Cogat sostiene invece che la soglia dei 600 camion quotidiani viene superata, ma non fornisce spiegazioni sulle discrepanze né dati grezzi che possano chiarire la situazione.
Unicef: “Madri e neonati in condizioni drammatiche”
L’allarme più grave arriva dall’Unicef, che denuncia una crisi crescente di malnutrizione tra donne incinte, madri e neonati. “Madri malnutrite partoriscono bambini prematuri o sottopeso, che spesso muoiono nelle terapie intensive o sopravvivono per poi soffrire di malnutrizione e complicazioni”, afferma la portavoce Tess Ingram.
Tra luglio e settembre, il 38% delle donne incinte visitate ha ricevuto una diagnosi di malnutrizione acuta. A ottobre l’Unicef ha ricoverato 8.300 donne incinte e in allattamento, circa 270 al giorno, in una regione dove prima del 2023 casi simili non esistevano.
Il dato più drammatico: a Gaza, i bambini che muoiono nel loro primo giorno di vita sono aumentati del 75%.






