ONU: la situazione umanitaria a Gaza resta critica nonostante il cessate il fuoco in vigore nella Striscia. Le Nazioni Unite, attraverso la portavoce del Programma Alimentare Mondiale (WFP) per Medio Oriente, Nord Africa ed Europa Orientale, Abeer Etefa, hanno lanciato un appello urgente per riaprire tutti i valichi di frontiera e aumentare drasticamente l’afflusso di cibo nella regione, ancora gravemente colpita da carenze alimentari.
ONU a Gaza: aumento graduale degli aiuti alimentari
Dal momento del cessate il fuoco, sono arrivate a Gaza circa 560 tonnellate di cibo al giorno, una quantità ancora insufficiente rispetto alle necessità. Il WFP ha annunciato l’intenzione di potenziare gli aiuti per raggiungere entro i prossimi tre mesi 1,6 milioni di persone all’interno della Striscia. Attualmente, però, restano aperti solo due valichi: Kerem Shalom a sud e Kissufim nel centro-est, che limitano fortemente la capacità di consegna degli aiuti.
Il WFP si sta muovendo rapidamente per espandere la rete di distribuzione, oggi composta da cinque punti operativi, con l’obiettivo di arrivare a 145 punti per garantire una copertura più capillare e tempestiva. L’emergenza riguarda in particolare bambini, madri incinte e donne in allattamento, da mesi in uno stato di grave insicurezza alimentare.
Priorità su pane e prodotti nutrizionali
Tra le priorità del WFP vi è l’aumento delle forniture di prodotti nutrizionali e di materie prime per i panifici. Al 15 ottobre, secondo dati ONU, nella Striscia sono attivi nove panifici che producono oltre 100.000 pacchi di pane da 2 kg al giorno. Il programma prevede di ampliare il numero di panifici fino a 30 per sostenere la popolazione e offrire un segnale concreto di ritorno alla normalità.
Abeer Etefa ha sottolineato come il profumo del pane fresco sia molto più di un semplice nutrimento per gli abitanti di Gaza: rappresenta un simbolo di speranza e di vita che si riaffaccia dopo mesi di crisi.
Il WFP ribadisce la necessità di un’azione rapida e coordinata per evitare che la situazione peggiori ulteriormente, mentre la comunità internazionale è chiamata ad agire concretamente per sostenere la popolazione della Striscia e contrastare la carestia tuttora in atto.






