Donald Trump parla di “fame indicibile” a Gaza e attribuisce le responsabilità a Israele. annunciati nuovi centri di distribuzione alimentari
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’imminente apertura di nuovi centri di distribuzione alimentare a Gaza, in risposta alla grave crisi umanitaria che sta colpendo la Striscia. La dichiarazione è giunta al termine di un incontro bilaterale con il primo ministro britannico Keir Starmer, svoltosi presso il resort di Turnberry in Scozia. Durante l’evento il presidente degli USA ha anche attribuito le responsabilità a Israele sulla situazione umanitaria a Gaza.
Trump: “I bambini affamati a Gaza ci sono, Israele ha grandi responsabilità”
Nel frattempo, da Washington, il presidente Donald Trump ha rilanciato il dibattito sull’emergenza umanitaria a Gaza, esprimendo un giudizio severo sulla responsabilità di Israele nella gestione degli aiuti. “I bambini affamati lì ci sono, non si può fingere il contrario”, ha dichiarato parlando con i giornalisti durante un incontro con il premier britannico Keir Starmer. Trump ha sottolineato che gli Stati Uniti stanno inviando ingenti risorse economiche per supportare la popolazione, mentre anche altri Paesi, inclusa la Gran Bretagna, stanno aumentando gli aiuti.
Il presidente americano ha inoltre ribadito la necessità di un cambio di strategia per la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, stimati intorno a una ventina, definiti da Trump come “ultimi scudi umani” usati dai miliziani. “Sto discutendo con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu diversi piani per la loro liberazione”, ha aggiunto.
Sul piano logistico, Trump ha annunciato che verranno presto organizzati nuovi centri di distribuzione alimentare a Gaza, un passo ulteriore per garantire un accesso più efficace e capillare alle risorse indispensabili per la popolazione civile.
La crisi umanitaria a Gaza: un’emergenza riconosciuta anche a livello internazionale
Le parole di Trump trovano eco nel premier britannico Starmer, che ha definito la situazione nella Striscia di Gaza una “catastrofe assoluta”, sottolineando l’indignazione dell’opinione pubblica britannica e la necessità urgente di un cessate il fuoco. Starmer ha inoltre ribadito l’importanza che Hamas liberi gli ostaggi israeliani superstiti.
Le iniziative di paracadutamento degli aiuti e l’imminente apertura dei centri di distribuzione rappresentano dunque tentativi concreti di alleviare le sofferenze della popolazione civile, ma restano incognite le modalità di attuazione e l’effettiva capacità di garantire un flusso continuativo e sicuro di risorse.
Il quadro rimane complesso, con continui sviluppi sul fronte politico e militare che influenzano direttamente la situazione umanitaria. Le parole degli attori internazionali come Trump e Starmer evidenziano l’attenzione globale sul conflitto e sulle sue conseguenze, ma anche le difficoltà nel trovare soluzioni rapide e durature.
Iran, Hamas e i nuovi centri di distribuzione alimentare
Nel corso delle dichiarazioni, il presidente americano ha inoltre accusato l’Iran di essersi intromesso nelle trattative tra Israele e Hamas, inviando segnali negativi che complicano ulteriormente la situazione. Trump ha ribadito la riduzione del numero di ostaggi detenuti da Hamas a circa 20, definendoli “ultimi scudi umani” per i miliziani.
Infine, il presidente ha annunciato che gli Stati Uniti stanno organizzando nuovi centri di distribuzione alimentare a Gaza per alleviare la crisi in corso: “Stiamo per organizzare centri di distribuzione alimentare a Gaza”, ha dichiarato al termine del vertice con Starmer davanti ai giornalisti. Questi centri saranno fondamentali per garantire l’accesso al cibo e alle forniture indispensabili per la popolazione civile in difficoltà.
Aiuti alimentari paracadutati a Gaza: operazione in coordinamento internazionale
L’IDF, intanto, ha reso noto di aver paracadutato complessivamente 20 pacchi contenenti generi alimentari destinati ai residenti del sud e nord della Striscia di Gaza. L’operazione si inserisce nel più ampio sforzo per migliorare la risposta umanitaria nella regione e viene condotta in coordinamento con gli Emirati Arabi Uniti e la Giordania, seguendo le direttive del governo israeliano.
Questa iniziativa rappresenta un tentativo di mitigare la grave situazione alimentare che si è venuta a creare a causa del blocco e dei continui scontri. Tuttavia, la distribuzione degli aiuti rimane una sfida complessa e delicata, a causa delle condizioni sul terreno e delle tensioni politiche.






