Immagini satellitari e fonti diplomatiche confermano i preparativi per la riapertura del valico di Rafah, situato al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, che potrebbe avvenire sotto il pieno controllo militare israeliano. Questo passaggio, cruciale per l’ingresso di aiuti umanitari e per la mobilità della popolazione, è al centro di trattative e tensioni tra le parti coinvolte.
Gaza: preparativi al valico di Rafah
Secondo un’analisi di Al Jazeera, le immagini satellitari ad alta risoluzione scattate tra il 14 e il 24 ottobre mostrano nuove costruzioni e la sistemazione di barriere e cancelli all’interno dell’area del valico di Rafah. Questi interventi sembrano finalizzati a organizzare il flusso dei veicoli in entrata e in uscita dalla Striscia di Gaza. La possibile riapertura del valico arriva dopo un periodo di sospensione dovuto a ripetute violazioni del cessate il fuoco da parte di Hamas e successive risposte militari israeliane.
L’esercito israeliano ha annunciato la ripresa del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza dopo i raid effettuati a seguito di un attacco di Hamas contro le truppe israeliane impegnate nella zona di Rafah. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha disposto la chiusura temporanea di tutti i valichi verso Gaza e la sospensione degli aiuti umanitari, ma fonti riferiscono che la riapertura del valico di Rafah potrebbe avvenire già domani.
Proposta USA per la ricostruzione e gelo arabo
Parallelamente, emerge una proposta degli Stati Uniti, riportata dal Times of Israel e basata su un piano presentato dall’amministrazione Trump, per la ricostruzione di metà della Striscia di Gaza. Il piano prevede la costruzione di diverse aree residenziali nella metà orientale di Gaza, attualmente sotto controllo israeliano, con l’obiettivo di trasferirvi fino a un milione di palestinesi, circa la metà della popolazione locale.
Tale iniziativa, denominata “Nuova Gaza” da funzionari statunitensi, è però accolta con freddezza dagli Stati del Golfo, che mostrano scetticismo sia sulle tempistiche sia sull’effettiva volontà palestinese di vivere sotto controllo israeliano. La realizzazione del piano è inoltre condizionata al disarmo di Hamas e all’istituzione di una Forza Internazionale di Stabilizzazione, due obiettivi ancora lontani dal realizzarsi.
Questi sviluppi segnano un momento cruciale nel processo di pace e nella gestione postbellica della Striscia di Gaza, con la comunità internazionale attentamente coinvolta nelle fasi di negoziazione e attuazione.






