Gaza, 28 agosto 2025 – Maria Elena Delia, coordinatrice italiana della Global Sumud Flotilla, presenta un progetto innovativo nato dopo la fallita marcia per riaprire il valico di Rafah, chiuso da Israele impedendo l’ingresso di aiuti umanitari. La flotta, composta da decine di imbarcazioni e partecipanti provenienti da 44 Paesi, mira a rompere l’assedio illegale di Gaza e a esercitare pressione politica per la riapertura dei corridoi umanitari. L’iniziativa, oltre a trasportare aiuti, vuole lanciare un forte messaggio contro il genocidio e il blocco in atto dal 2006.
Delia lancia un appello alle istituzioni europee e occidentali: “Israele non può essere un alleato né parte di accordi economici e politici”, definendo il sostegno attuale come un supporto a “criminali di guerra”. Ricorda che la Corte Penale Internazionale ha dichiarato Netanyahu responsabile di crimini contro l’umanità e ha riconosciuto il conflitto a Gaza come un genocidio. Critica l’Italia per la recente fornitura di armi a Israele, usate per sterminare civili e bloccare aiuti umanitari, violando la Convenzione di Ginevra. Sottolinea l’urgenza di un cambiamento per evitare che tali crimini restino impuniti, minacciando i diritti umani universali.
Gaza, Delia (Global Sumud Flotilla): “Rischi? Stiamo valutando come Israele potrà intervenire”
La oordinatrice italiana della Global Sumud Flotilla ha anche parlato dei rischi dell’intervento israeliano contro la missione, che prevede decine di imbarcazioni pacifiche dirette a Gaza. Ricorda che in passato le barche sono state fermate in acque internazionali senza base legale. Le forze israeliane hanno spesso bloccato, sequestrato e arrestato i partecipanti. La presenza di numerosi giornalisti internazionali è considerata una forma di protezione. Delia sottolinea il valore politico dell’iniziativa, che punta a non lasciare soli i palestinesi.





