Roma, 8 ottobre 2025 – Una nuova missione umanitaria partita dall’Italia verso la Striscia di Gaza si è trovata coinvolta in un grave episodio nel Mediterraneo. La Freedom Flotilla Coalition (FFC) e il movimento Thousand Madleens to Gaza (TMTG) hanno denunciato che le loro imbarcazioni sono state “attaccate in mare da Israele” a circa 120 miglia nautiche dalla costa, in una zona internazionale. La notizia, confermata dalle stesse organizzazioni, riporta che almeno due navi sono state abbordate e la maggior parte delle dirette streaming interrotte.
La missione umanitaria e la denuncia dell’attacco

La spedizione è composta da undici imbarcazioni salpate dai porti italiani di Catania e Otranto con a bordo oltre 250 persone tra medici, infermieri, giornalisti e attivisti provenienti da venti Paesi. Obiettivo della flotta è rompere il blocco navale imposto da Israele su Gaza e consegnare aiuti umanitari a una popolazione civile ormai allo stremo. Le imbarcazioni trasportano kit di primo soccorso, disinfettanti, strumenti chirurgici e medicinali di base, beni ormai bloccati da mesi all’ingresso della Striscia.
Secondo quanto riferito dagli attivisti, le forze israeliane hanno tentato di deviare la rotta delle navi e hanno proceduto all’abbordaggio di almeno due di esse, interrompendo le trasmissioni live che documentavano la navigazione e l’avvicinamento a Gaza. Un video diffuso dalla coalizione mostra chiaramente l’intercettazione di una delle barche da parte dell’esercito israeliano.
Il contesto umanitario e politico
La Freedom Flotilla Coalition, attiva dal 2010, denuncia da anni il blocco navale e l’embargo imposto da Israele alla Striscia di Gaza, definendoli “punizione collettiva illegale” e denunciando le gravi conseguenze umanitarie sull’intera popolazione. L’assedio, in vigore dal 2007, ha causato una crisi sanitaria e alimentare gravissima, aggravata dagli attacchi militari e dal blocco totale delle forniture essenziali come cibo, medicine, acqua ed energia elettrica.
La situazione è stata più volte oggetto di richieste e sentenze da parte della Corte Internazionale di Giustizia, che ha ordinato a Israele di garantire la consegna degli aiuti umanitari e di cessare le azioni che impediscono il loro arrivo a Gaza. Tuttavia, secondo la FFC e altre organizzazioni umanitarie, il blocco continua e le violazioni dei diritti della popolazione palestinese restano sistematiche.
I membri della missione sottolineano l’importanza della loro azione non solo come gesto simbolico, ma come forma di sostegno concreto al personale sanitario ancora operativo negli ospedali della Striscia, molti dei quali risultano danneggiati o distrutti, e come denuncia della condizione di emergenza che vive Gaza.
Il portavoce italiano della Freedom Flotilla, Michele Borgia, ha ricordato che in caso di arresti di personale sanitario, i governi dei Paesi di provenienza non potranno rimanere in silenzio, sottolineando così il carattere politico e umanitario della spedizione.
La missione prosegue in un clima di alta tensione, mentre le organizzazioni coinvolte continuano a chiedere la fine del blocco e il libero accesso agli aiuti umanitari per la popolazione palestinese della Striscia di Gaza.






