Ankara, 6 ottobre 2025 – Proseguono senza sosta gli sforzi del ministero degli Esteri turco per il rimpatrio dei 14 cittadini turchi ancora detenuti in Israele dopo l’abbordaggio della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria internazionale diretta alla Striscia di Gaza. Lo ha confermato il portavoce del ministero, Oncu Keceli, che ha annunciato come si stia lavorando per un rientro previsto per domani, 7 ottobre, attraverso la Giordania, mentre si attendono i dettagli definitivi della procedura di rimpatrio.
Il contesto degli arresti e le condizioni dei detenuti
L’operazione israeliana ha portato alla cattura di oltre 400 attivisti, tra cui quattro parlamentari italiani già rientrati nella Penisola in condizioni di salute buone ma segnati dall’esperienza traumatica. I deputati e senatori italiani, sbarcati a Roma, hanno denunciato trattamenti degradanti riservati agli attivisti ancora in carcere, che hanno subito interrogatori pesanti, condizioni disagevoli e umiliazioni, come l’essere tenuti in ginocchio con le mani ammanettate per ore. I legali italiani hanno riferito che i detenuti sono rimasti senza cibo né acqua per molte ore e hanno subito abusi sia verbali sia fisici, inclusi getti d’acqua ad alta pressione e minacce con armi da fuoco durante il trasferimento sulle navi israeliane.
La Farnesina ha espresso preoccupazione per le condizioni detentive, giudicate “particolarmente disagevoli”, e ha richiesto verifiche e miglioramenti tramite il ministero degli Esteri israeliano. Intanto, le autorità di Ankara rimangono in stretto contatto con gli avvocati e danno priorità al rientro sicuro dei propri connazionali.
La Global Sumud Flotilla e le reazioni internazionali
La Global Sumud Flotilla è una coalizione umanitaria composta da oltre 50 imbarcazioni e partecipanti provenienti da 44 paesi, con l’obiettivo di rompere il blocco navale imposto da Israele sulla Striscia di Gaza, portare aiuti umanitari e denunciare la crisi che ha colpito duramente la popolazione palestinese. L’intercettazione delle navi da parte della Marina israeliana è avvenuta in acque internazionali, a meno di 70 miglia dalla costa di Gaza, senza causare vittime ma con numerosi arresti.
La missione ha suscitato proteste e manifestazioni in diverse città del mondo e acceso un dibattito politico acceso in Italia e a livello internazionale. Il premier italiano Giorgia Meloni ha espresso critiche definendo l’azione “disagi senza vantaggi”, mentre esponenti dell’opposizione e attivisti hanno denunciato atti di “pirateria” da parte di Israele e richiesto il rilascio immediato di tutti gli attivisti.
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