Padova, 19 dicembre 2025 – Mansoor Adayfi, ex detenuto di Guantánamo, ha raccontato in una lunga intervista esclusiva ad Alanews la sua esperienza di prigioniero innocente nel carcere statunitense sull’isola di Cuba, denunciando i pericoli di una società fondata sul controllo totale e sull’abuso di potere. Rapito a soli 18 anni e venduto alla CIA, Adayfi ha trascorso circa 14 anni nel campo di detenzione senza mai essere formalmente accusato né processato. Oggi risiede in Serbia e continua a lottare come attivista per i diritti umani, denunciando la diffusione del modello di Guantánamo anche in Europa.
L’esperienza di Mansoor Adayfi a Guantánamo

Mansoor Adayfi è stato catturato nel 2001 in Afghanistan, dove si trovava per attività di ricerca, e consegnato alle autorità statunitensi come presunto terrorista. Adayfi è stato detenuto senza accuse nel campo di Guantánamo dal 2002 al 2016, periodo durante il quale ha subito torture, interrogatori e condizioni di detenzione disumane. Nel campo, privato della propria identità e indicato solo con il numero 441, ha dovuto affrontare anni di isolamento e repressione, resistendo con scioperi della fame e forme di protesta pacifica.
Durante la sua detenzione, Adayfi ha scritto lettere e manoscritti, che sono stati raccolti nel libro di memorie “Don’t Forget Us Here: Lost and Found at Guantanamo” pubblicato nel 2021. Il testo, composto da riflessioni e testimonianze dirette, è stato presentato recentemente presso il Centro Diritti Umani dell’Università di Padova, dove Adayfi ha incontrato studenti e attivisti per discutere dell’esperienza carceraria e delle violazioni dei diritti umani subite.
Guantánamo: un modello di abuso esportato anche in Europa
Nella sua intervista, Adayfi sottolinea come il sistema di detenzione e controllo di Guantánamo non sia un caso isolato, bensì un modello che sta trovando applicazione anche in altre regioni, compresa l’Europa. “Guantánamo era un laboratorio di tortura e sperimentazione sui detenuti”, afferma, “oggi vediamo lo stesso tipo di controllo totale e repressione in altri paesi sotto la giustificazione della lotta al terrorismo”. L’ex prigioniero denuncia come l’etichetta di “terrorista” sia ormai uno strumento usato per perseguire arbitrariamente chiunque, inclusi attivisti come quelli di Action Palestine nel Regno Unito, molti dei quali sono in sciopero della fame senza che la stampa ne parli.
Adayfi è attualmente impegnato con CAGE, un’organizzazione per i diritti umani che offre supporto ai detenuti di Guantánamo e ai prigionieri palestinesi, continuando così la sua battaglia per la giustizia e la tutela dei diritti fondamentali. La sua storia personale è un monito sul rischio di normalizzazione di pratiche di detenzione illegale e abuso, e invita a non dimenticare le vittime di questo sistema.
L’evento presso l’Università di Padova ha incluso anche una mostra con opere realizzate da detenuti di Guantánamo, simbolo della resistenza culturale e umana all’interno dei campi di prigionia. Mansoor Adayfi, con il suo racconto e la sua testimonianza diretta, rappresenta una voce cruciale nel dibattito sui diritti umani e la giustizia internazionale.
Fonte: Fabrizio Rostelli - 14 anni a Guantanamo da innocente: "Guerra al terrorismo? Oggi stesso modello in Europa"






