Washington, 25 settembre 2025 – Il presidente statunitense Donald Trump riceverà oggi alla Casa Bianca il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, in un incontro che segna un possibile cambio di passo nelle relazioni tra i due Paesi, tese negli ultimi anni. L’appuntamento, il primo tra i due leader dopo il ritorno di Trump alla presidenza, è stato caratterizzato da discussioni focalizzate sulla revoca delle sanzioni statunitensi imposte alla Turchia per l’acquisto dei sistemi missilistici russi S-400 e sulla possibilità per Ankara di acquisire i caccia F-35.
Erdogan da Trump: dialogo strategico
L’incontro, avvenuto in un contesto internazionale complesso, riflette l’intenzione di Ankara di sfruttare il clima più favorevole con l’amministrazione Trump rispetto al precedente governo Biden, che aveva mantenuto una linea più rigida nei confronti della Turchia a causa dei suoi rapporti con Mosca. Secondo fonti Reuters, Erdogan ha puntato a rafforzare i legami bilaterali con Washington, confidando nella maggiore apertura di Trump verso Mosca e nella consolidata relazione personale tra i due leader.
Nel corso del vertice, i temi affrontati hanno spaziato dalla Siria alla NATO, passando per la cooperazione industriale e militare. Un punto cruciale è stato il tentativo di Ankara di riaprire i canali di dialogo per rimuovere le sanzioni derivanti dall’acquisto degli S-400, che nel 2017 avevano causato l’esclusione della Turchia dal programma F-35 e l’imposizione di misure punitive da parte degli USA, secondo il CAATSA (Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act).
Un’alleanza in evoluzione tra Washington e Ankara
La visita di Erdoğan coincide con un momento in cui la Turchia si propone come mediatore chiave tra Oriente e Occidente, soprattutto nel delicato scenario mediorientale, inclusi i negoziati sul nucleare iraniano e la recente tregua tra Iran e Israele. La cooperazione tra Trump ed Erdoğan appare sempre più improntata a un realismo pragmatico, che privilegia rapporti bilaterali diretti e interessi concreti rispetto alle tradizionali dinamiche multilaterali.
Tuttavia, il rapporto tra i due Paesi resta segnato da tensioni, come nel caso della guerra a Gaza, dove Ankara ha condannato apertamente le azioni di Israele definendole genocidio. Nonostante ciò, l’incontro odierno rappresenta un significativo tentativo di riallineare le strategie comuni e riavviare una collaborazione più profonda, soprattutto sul fronte della difesa e del commercio militare.
Questa nuova fase dei rapporti bilaterali dovrà ora tradursi in azioni concrete, a partire dalla gestione delle sanzioni e dalla possibile fornitura degli F-35, elementi chiave per Ankara nel consolidamento della sua posizione geopolitica e militare.






