Vicenza, 4 settembre 2025 – In un contesto internazionale segnato dalla grave crisi umanitaria a Gaza, il Comune di Vicenza si schiera apertamente a sostegno della Global Sumud Flotilla, la flotta solidale partita da diversi porti del Mediterraneo con l’obiettivo di portare aiuti umanitari essenziali alla popolazione palestinese. L’iniziativa, che vede l’adesione di numerose città italiane e organizzazioni della società civile, si pone come risposta concreta e simbolica al blocco imposto dal governo israeliano.
Il sostegno istituzionale del Comune di Vicenza alla Global Sumud Flotilla
Il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, insieme all’assessore alle politiche per la pace Giovanni Selmo e a diversi consiglieri comunali, ha ufficializzato l’adesione alla missione della Global Sumud Flotilla. L’amministrazione ha concesso il patrocinio a un evento promosso dal Team Palestina Vicenza in collaborazione con associazioni come Casa per la Pace, Diocesi, Salaam ragazzi dell’Ulivo, Mediterranea, Anpi e Cgil, previsto per sabato in contra’ Garibaldi nel centro storico. Nel pomeriggio si terrà un laboratorio creativo dedicato ai più piccoli volto alla costruzione simbolica di un grande galeone collettivo, accompagnato da tante piccole barche colorate.
Con questa iniziativa, Vicenza intende manifestare il proprio impegno a far sentire forte la voce della città a sostegno del popolo palestinese e degli equipaggi coraggiosi che affrontano rischi considerevoli nel tentativo di consegnare cibo, medicinali e altri aiuti vitali. L’amministrazione locale si unisce così a una rete di realtà italiane che chiedono la fine delle ostilità e la tutela dei diritti umani fondamentali.
Un fronte ampio e variegato di solidarietà in Italia
La mobilitazione per la Global Sumud Flotilla coinvolge molteplici soggetti a livello nazionale. A Torino, l’Università ha espresso attraverso un post sui social l’adesione all’appello per il rispetto del diritto internazionale e la promozione della diplomazia culturale e scientifica come strumenti indispensabili per la pace. L’ateneo piemontese ha ribadito la sacralità della vita umana, con un particolare riferimento alla tutela di donne, uomini e bambini colpiti dalla crisi.
Anche i sindacati di base, in particolare l’Usb, hanno annunciato la disponibilità a proclamare uno sciopero generale immediato qualora la flotta venisse attaccata o impedita nel suo intento umanitario. Questa posizione ribadisce la forte opposizione a qualunque forma di ostilità contro gli attivisti e ribadisce l’importanza della solidarietà internazionale.
Sul fronte dell’associazionismo, la Ong Sea Watch, attiva nel soccorso in mare, ha espresso il proprio appoggio alla flotta, sottolineando la condivisione del principio di mutuo soccorso e l’intenzione di avviare collaborazioni concrete per sostenere la missione.
Infine, a Roma, gli studenti universitari hanno organizzato presidi e manifestazioni per chiedere la fine di ogni collaborazione con Israele e per bloccare quella che definiscono la “macchina del genocidio” contro Gaza, con slogan diretti anche al governo italiano.
La posizione del governo italiano e la risposta israeliana
Sul piano politico, la premier Giorgia Meloni ha risposto alla richiesta della segretaria del Pd, Elly Schlein, assicurando che il governo italiano adotterà tutte le misure necessarie per garantire la tutela e la sicurezza dei cittadini italiani coinvolti nella Global Sumud Flotilla, pur sottolineando la preferenza per l’utilizzo dei canali umanitari già attivi, al fine di evitare rischi in zone di crisi.
Parallelamente, il governo israeliano ha adottato una linea dura: il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha dichiarato che chiunque collabori con la flotta sarà considerato terrorista, con la previsione di detenzioni prolungate e confisca delle imbarcazioni. Israele mira così a scoraggiare future iniziative di questo tipo e a mantenere il blocco su Gaza.
Nel frattempo, città come Bologna, con il sindaco Matteo Lepore, hanno rinnovato il proprio sostegno alla flotta, definita “la più grande iniziativa umanitaria della storia con navi civili”, e hanno annunciato la loro intenzione di vigilare sulla sicurezza degli attivisti, che rischiano la vita andando in soccorso del popolo palestinese.
Il quadro che emerge è quello di una mobilitazione ampia, che coinvolge istituzioni locali, associazioni, università, sindacati e cittadini, tutti uniti nel richiedere l’apertura di corridoi umanitari e la fine delle violenze, in un clima internazionale ancora fortemente teso.
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